domenica 31 luglio 2011

Spunta l’uomo di D’Alema a cena con Papa

 
AMICIZIE PERICOLOSE
L’azzurro arrestato racconta l’incontro in un ristorante dei Parioli con Morichini, coinvolto nello scandalo delle tangenti Enac
Di Rita Cavallaio




Alfonso Papa era “corteggiato” dagli imprenditori che oggi lo accusano.
Il deputato del Pdl, finito in carcere perché coinvolto nell’inchiesta napoletana sulla presunta P4, nel lungo interrogatorio reso davanti al gip parla diun complotto ordito nei suo confronti e racconta dei regali, dei viaggi e delle cene.
Di pranzi a cui Papa, in una posizione di potere grazie a quella collaborazione che aveva avuto al ministero della Giustizia, molto spesso cercava di sottrarsi.
In diverse occasioni, però, le cene furono imposte.

Come quella organizzata nel 2009 da Enzo Morichini, l’ex responsabile delle agenzie Assitalia e braccio destro di Massimo D’Alema coinvolto nello scandalo delle tangenti Enac.
«Ai primi del 2009 fui contattato da un conoscente, Enzo Morichini, che è un assicuratore», ha spiegato Papa al gip Giordano.
«Mi chiamò e mi disse: io sono con degli amici a pranzo e mi invitò al ristorante Capo Boe, ai Parioli.
Accadde che lui mi disse: vieni che sono con degli amici, ti voglio presentare degli amici. Andato a questo pranzo vi erano Alfonso Gallo (l’imprenditore della società G Risk che parlò di “fonti” di Papa all’interno della Guardia di Finanza, ndr), e Luigi Bisignani (l’uomo d’affari finito ai domiciliari nell’ambi to della stessa inchiesta sulla P4, ndr) e vi fu questa colazione estremamente tranquilla, serena, nella quale si parlò del più e del meno».

Il deputato del Pdl ha spiegato che nel corso dell’incontro voluto da Morichini «si fecero riflessioni di carattere politico, ma scherzose più che altro, perché appresi che Gallo era un forte supporter di Italinieuropei».
Non ci furono, neppure in quest’occasione, le richieste di denaro  regali in cambio di una presunta protezione giudi-ziaria, come invece dichiarano Bisignani e gli imprenditori che accusano Papa, indagato per favoreggiamento, corruzione, concussione e estorsione.
Imprenditori che invece rivolgevano inviti al parlamentare, il quale in divers occasioni li declinò.
Papa ha raccontato che a dicembre del 2009 Gallo, «che mi lasciava un po’ perplesso per questa strana voglia di rendersi di sponibile», gli propose un «capodanno a New York».
Lui rifiutò, ma «in questo viaggio andarono e parteciparono, perché poi ci sentimmo per gli auguri di Capodanno, l’onorevole Milanese (al quale, secondo l’altra inchiesta che lo vede coinvolto il viaggio fu pagato dall’imprenditore Paolo Vi- scione, ndr), il generale Spaziante (che allora ricopriva l’incarico di comandante interregionale delle Fiamme Gialle, ndr) Roberto De Santis (un altro imprenditore amico di D’Alema, ndr).

Loro partirono, io rimasi».
Dichiarazioni, quelle del deputato del Pdl, opposte a quelle fornite invece dai suoi accusatori, i quali agli inquirenti hanno detto che Papa dava loro informazioni riservate per il proprio tornaconto.
E il parlamentare si è difeso, dicendosi vittima di un complotto ordito proprio da Bisignani e dagli uomini d’affari a lui vicini.
Al gip Papa ha spiegato di non aver mai rivelato nulla: «Non mi spiego perché Bisignani abbia reso queste dichiarazioni che francamente mi sconvolgono e mi allarmano».
Un possibile movente, per il parlamentare, però c’è: «A un certo punto questa indagine, che riguarda Bisignani, prende una piega particolare e diventa un’inchiesta che ha per oggetto le dichiarazioni di Bisignani su di me, confermate da persone vicine a Bisignani…».
Papa crede dunque di essere il capro espiatorio dell’uomo d’affari, che ha deciso di «scaricare uno che non può essere arrestato, un parlamentare» per evitare egli stesso di finire in galera.

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