martedì 26 luglio 2011

“Siamo davanti all’ingegnerizzazione della corruzione”



GRANA SERRAVALLE
«È stato un pessimo affare voluto dai vertici Ds»

L’ex assessore di Albertini, Goggi: «L’acquisto delle quote dell’autostrada favorì un imprenditore ai danni di Comune e Provincia. I pm sapevano»
   


      Di LORENZO MOTTOLA


Per il Partito Democratico è stata un’operazione limpidissima.
Se è così (e le indagini potrebbero suggerire il contrario), si tratta di uno degli affari meno furbi della storia.

L’acquisto delle quote di Milano-Serravalle ha fatto perdere decine di milioni al Comune, ha inde bitato la Provincia e consentito a un imprenditore, Marcellino Gavio, di realizzare una plusvalenza da 179 milioni.
Una vicenda che all’epoca aveva fatto infuriare Gabriele Albertini che aveva denunciato tutto ai pm senza che nessuno si attivasse, almeno per quanto riguarda un possibile rilevo penale.
Aveva letto le carte anche Antonio Di Pietro, per il quale c’erano gli estremi per un arresto.

L’ex sindaco, in seguito, aveva perfino scritto un libro, Falce e Casello, per riuscire a spiegare ai milanesi quel che era successo.
E un suo assessore, Giorgio Goggi, aveva anche ribadito che dietro a tutto c’erano i vertici dei Ds. Accuse pesanti, che tuttavia nessuno ha mai preso in considerazione.
Nessuno si è mai neanche sognato di convocare Goggi in procura.
«Ognuno può pensare quel che vuole», spiega ora, «però si può dire che all’epoca l’impressione che tutti avevamo era quella.
E questa è una cosa che si può dire tranquillamente, anche perché Albertini lo ha detto chiaro più volte senza essere smentito».

Gabriele Albertini, oltre ad aver citato delle intercettazioni del 2004, ha parlato di un assessore della sua giunta al corrente di legami tra Pier Luigi Bersani e Marcellino Gavio all’epoca della chiusura dell’affare Serravalle. Professor Giorgio Goggi, tutti fanno il suo nome...
«Sì? Beh se il sindaco non ha credu-to giusto dire quel nome non vedo perché dovrei farlo io...».

Allora giriamo la questione: secondo lei questa operazione era effettivamente “benedetta” dai vertici Ds?
«Ognuno può pensare quel che vuole, però si può dire che all’epoca l’impressione che tutti avevamo era quella. E questa è una cosa che si può affermare tranquillamente, anche perché Albertini lo ha detto chiaro più volte senza essere smentito. Per il resto, io non ho prove in mano».

Ci sono le intercettazioni per questo. In generale, qual è il suo giudizio sull’affare Serravalle?
«È stata un’operazione lesiva del Comune di Milano. Nel senso che la Provincia, forte del patto di sindacato col Comune, aveva già il pieno controllo della Serravalle. Di conseguenza non aveva bisogno di acquisire quote da Marcellino Gavio, tantomeno a quel prezzo. Per di più, una volta rotto questo accordo, le azioni in mano al Comune non valevano più nulla. E dato che parliamo di un patrimonio di tutti i cittadini era una cosa che consideravamo del tutto negativa».

E l’interesse di Penati quale sarebbe stato?
«Questo lo chieda a Penati (ride)».

E quello di Pier Luigi Bersani?
«Non lo so proprio».

Eppure a sentire Albertini parrebbe di capire che lei avesse già allora un’idea precisa dei fatti.
«Sono cose da discutere in sede riservata».

Per esempio di fronte a un magistra-to?
«Non lo so e a questo punto io spero proprio che nessuno mi chieda niente. All’epoca dei fatti Alberini aveva compiuto dei passi con la magistratura (denunciando tutto sia in sede civile che penale e tenendo anche delle conferenze stampa sul tema, ndr). Per il resto quel che so io, lo sa anche il sindaco. Per me la cosa finisce lì».

Il Comune è stato danneggiato, ma almeno la Provincia ha ricavato qualche vantaggio da questa operazione?
«Mah, francamente ho molti dubbi anche su questa cosa. Questo perché, secondo le teorie del centrosinistra, con le nuove azioni la Provincia avrebbe potuto fare una politica diversa sui trasporti. Questa politica, però, non si è mai vista...».

Insomma, il Comune ci perde, la Provincia non ci guadagna e l’im prenditore Gavio riesce a portare a
casa una plusvalenza da più di cento milioni di euro. Giusto?
«Ci hanno perso i cittadini e forse ora sarebbe giusto ripensare a tutti gli accordi presi sulla Serravalle. In questo senso mi sembra che qualcosa si stia muovendo».

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