mercoledì 20 luglio 2011

Belpietro si difende: attacchiamo la casta e ci indagano


Il giornalista è indagato per vilipendio al capo dello Stato dopo aver pubblicato una vignetta su "Libero"

Roma, 20 lug. (TMNews) - "Caro Presidente Napolitano, immagino che lei sia molto arrabbiato per la vignetta e il servizio di Libero di ieri che descriveva i costi del Quirinale paragonandoli a quelli dell'Eliseo". Si apre così l'editoriale di Maurizio Belpietro sulla prima pagina di "Libero", con un messaggio rivolto al capo dello Stato dopo che ieri il direttore è stato indagato per vilipendio per la vignetta dal titolo "Assedio ai papponi di Stato". "L'irritazione deve essere salita così in alto da arrivare fino alla procura di Milano, la quale ha prontamente aperto un fascicolo", ha scritto ancora Belpietro, "non ci conosciamo di persona ma da quanto mi riferiscono lei è molto suscettibile, in particolare a ciò che scrivono i giornali. La qual cosa nonostante l'immagine da nonno della patria che le hanno cucito addosso, ai miei occhi la rende una persona molto normale. Non c'è politico che ami le critiche, neanche quelle lievi e amichevoli e lei non fa eccezione". E però Belpietro ha ribadito, illustrando dati sui costi del Quirinale che "la residenza del Capo dello Stato italiano costa più di quella dei suoi omologhi europei. Non voglio darle dispiaceri - ha scritto ancora il direttore - né farle andare di traverso il cappuccino, tanto meno mancarle di rispetto, se le è parso che così fosse, anzi, me ne scuso. Il problema è che il nostro Paese è vissuto per troppo tempo al di sopra delle proprie possibilità". Secondo Belpietro nessun governo è riuscito finora a intervenire sui costi della politica perché chi ci ha provato ha "rischiato di lasciarci le penne....è proprio per questo che mi rivolgo a lei. Un capo dello Stato non ha nulla da temere. Non rischia la poltrona in quanto non è eletto...non deve badare ai sondaggi e agli umori degli elettori..né deve far felice il suo partito o chi l'ha nominata" e perciò "la decisione che le chiedo è quella di tagliare i costi del Quirinale. Non l'uno per cento fra due o tre anni ma il dieci subito. Rinunci a qualche auto, ai collaboratori, agli aumenti, riduca le spese generali. Lei può farlo basta che lo voglia...Dia l'esempio signor Presidente, vedrà che altri seguiranno. E il Paese gliene renderà merito: sarà considerato il primo politico che ha avuto il coraggio di stringere la cinghia. E, sia detto con il dovuto rispetto, in un Paese di onorevoli papponi non è cosa da poco", ha concluso il direttore.
Gal-Cla.

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