sabato 23 luglio 2011

I NO TAV, INFILZATI DA UN PALO DI FrASSINO


"Attenzione all’ambiente senza
rinunciare a opere strategiche"


La Tav è una questione che riguarda e investe non solo i torinesi, ma tutti i piemontesi e in generale lo sviluppo del Paese. La Tav non è una ferrovia locale, ma è il tratto di una grande opera di collegamento internodale che non lega soltanto Torino a Lione ma è parte del più ampio progetto di corridoio numero 5 che collega Lisbona a Mosca, attraversando tutta l’Europa.


L’Europa ha programmato la realizzazione di trenta corridoi di collegamento che costituiscono la griglia di strutture e infrastrutture immaginata come motore di sviluppo dell’Europa stessa per i prossimi decenni.
La ferrovia dovrebbe consentire di spostare su rotaia il traffico che oggi è su gomma, riducendo sostanzialmente lo scarico di sostanze inquinanti e rivoluzionando lo spostamento dei passeggeri.

La realizzazione della Tav va inserita perciò nel quadro di un rapporto strategico nelle relazioni tra Est ed Ovest, tra Sud e Nord Europa che rimanda all’idea di un’Italia del nord non separato, ma che invece utilizza la propria maggiore capacità, la propria maggiore accumulazione di risorse, di sapere e di ricchezza a vantaggio di se stesso e di tutto il Paese. Deriva di qui il valore fondamentale di dotare Torino e il Piemonte di un sistema infrastrutturale adeguato a questi orizzonti ampi. E sta qui, allora, il valore di un investimento come il Corridoio n. 5 e la TAV.

Continuare a erigere barricate per bloccarne la realizzazione, facendo ricorso anche ad atti di violenza fisica, è a questo punto inaccettabile oltre che dannoso per tutti. Ho già avuto modo, nelle scorse ore, di esprimere il mio giudizio su quanto è accaduto in Val di Susa. Penso che ciò che è accaduto sia inaccettabile per qualsiasi coscienza civile e democratica. È del tutto legittimo non condividere la realizzazione di una grande opera infrastrutturale, ma in democrazia chi non condivide una scelta la contrasta con la ragione e con le parole. Le pietre, le bombe all’ammoniaca, i bastoni non fanno parte della strumentazione di una società civile e democratica. Ed è compito di ogni persona bandire intimidazioni, soprusi e violenze, tanto più in una realtà come quella torinese che ha conosciuto, in un tempo non lontano, periodi bui in cui il ricorso alla violenza ha prodotto sofferenze e lutti di cui nessuno, davvero, sente nostalgia.

Va ancora aggiunto che il nuovo tracciato della Tav è radicalmente migliorato rispetto al progetto originale.
Il progetto è stato riformulato, mettendo a punto un tracciato che limita al minimo l'impatto ambientale e non mi sembra possibile credere che nel 2011 non si sappia costruire una ferrovia sicura. Oggi si possono creare infrastrutture in piena sicurezza e il mondo non è progredito stando fermo. Certo, alla Val di Susa sono richiesti sacrifici ma, a fronte di questi,arriveranno quelle compensazioni, quegli investimenti promessi e indispensabili per affrontare il nodo del riassetto idrogeologico della valle.
Attenzione all’ambiente senza però aver paura e rinunciare a realizzare opere che hanno un valore strategico per il nostro Paese.
Ricordo infine che se la Tav non si dovesse realizzare sono già pronti due percorsi alternativi, da Sud via Genova e da Nord via Ginevra, per ricollegarsi con Milano. Il risultato è che Torino e il Piemonte sarebbero tagliati fuori da questa rete. Un danno che non ci possiamo permettere.

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