giovedì 21 luglio 2011

Manette pazze


 

Un ceto politico senza capo né coda si consegna all’inclemenza dei pm


                                                                     dal © - FOGLIO QUOTIDIANO

Manette pazze in Parlamento. L’onorevole malacarne vittima della sua maggioranza sfarinata si avvia dunque in galera; mentre un pari grado del Pd si salva in Senato, dove il nocciolo garantista del Pdl conta più del cappio leghista. Ma indipendentemente dall’esito, è evidente che le votazioni di ieri sulle richieste di arresto per Papa e Tedesco si sono svolte in un clima appestato dalla paura. Qualcuno temeva di essere “inseguito coi forconi” se avesse votato contro la procura, altri evocavano il lancio di monetine, mentre il tono generale della stampa inclinava a denunciare preventivamente “complotti” per “salvare” l’inquisito. 


In sostanza l’opinione politica secondo cui esiste una ragionevole preoccupazione per un uso politico dei poteri giudiziari viene considerata illegittima, come se si trattasse di una pretesa di immunità di una casta privilegiata. Naturalmente un’opinione politica può essere condivisa o contrastata nel merito. Ma qui si vuole far diventare senso comune l’illegittimità, in linea di principio e in termini fattuali, del rifiuto d’una supremazia rivendicata da settori dell’ordine giudiziario sulla politica. All’intimidazione diretta nei confronti dei parlamentari del Popolo della libertà che sostengono la tesi garantista contro i manettari si è aggiunta quella indiretta nei confronti dell’opposizione democratica, costituita dalla comunicazione dell’indagine in corso nei confronti di Filippo Penati. Non c’è alcun atto specifico che muti la situazione di un’inchiesta in corso da tempo, ma chissà perché, proprio ieri, sono stati rivelati i nomi degli ex amministratori del comune di Sesto San Giovanni coinvolti nell’indagine.

In questo clima era pressoché impossibile che prevalesse tra i parlamentari la preoccupazione per l’effetto di un assoggettamento della rappresentanza politica nazionale alla potente macchina mediatico-giudiziaria che nuovamente sembra in grado di dettare l’agenda del paese. Così Papa sarà carcerato e il senatore Alberto Tedesco sfuggirà per un pelo gli arresti domiciliari dopo aver chiesto egli stesso all’Assemblea di obbedire alla magistratura. E’ una giornata nera, che farà crescere gli appetiti eversivi di chi vuole capovolgere l’ordine dei poteri sanciti dalla Costituzione, un trionfo del nuovo terrore, il cedimento di un ceto politico senza più capo né coda né maggioranza che ha preferito la resa pavida alla rivendicazione della propria sovranità.


 


1 commento:

  1. Come al solito, due pesi, due misure.

    È estremamente ridicolo pensare con il luogo a procedere per Papa e al non procedere per Tedesco senza pensare che ci sarebbe una appartenenza alla «Casta». Trovo sconcertante come il centrosinistra non ha saputo resistere all’idea di mantenere l’immunità a Tedesco... dato che il Centrodestra ha deliberato per l’arresto di un proprio collega... Ingiustizia è fatta!

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