domenica 2 ottobre 2011

Prodi, Vendola e il nuovo Ulivo Ma lo stato maggiore del Pd diserta


L'ex premier al Nosadella con Errani,
il leader di Sel e la Frascaroli
 «Vedete? Son qui a Bologna, a casa mia», sorride Romano Prodi. Già, sorride, perché la sua è una stoccata: «Credo di essere stato l’unico ad aver detto delle cose e poi ad averle fatte. Ho preso un voto di sfiducia e sono andato a casa. E infatti mi intervistate qui, a casa mia».
L’ex premier ieri era al nuovo cinema Nosadella.
Lo stesso che, lo scorso inverno, straripava del popolo di Sel, e non solo, che ascoltava Nichi Vendola e lanciava la candidatura (poi bottino elettorale) di Amelia Frascaroli.

Adesso è sempre pieno, ma solo in una sala.
E ospita ancora il leader di Sinistra Ecologia e Libertà, insieme al presidente della Regione Vasco Errani, al presidente di Unipol, Pierluigi Stefanini e, appunto, all’ex premier Romano Prodi.
Un incontro moderato dal direttore del Sole24Ore, Roberto Napoletano, e organizzato dalla «Scuola di città», iniziativa nata dallo stato della lista della Frascaroli. Il tema è la crisi economica internazionale (titolo: «Il contagio»).
L’attesa però, sottotraccia, è lontana da eurobond e rating.

L’eccitazione del pubblico sta tutta nell’incontro tra Romano Prodi e Nichi Vendola(Amelia trait d’union) e rimanda alle idee di nuovi Ulivi.
Non è solo il pubblico ad attendere, per la verità: lo spiegamento di telecamere, fotografi e cronisti è immenso, tanto da portare a qualche scaramuccia con lo staff dell’evento (è Prodi, a un certo punto, a dover intervenire nell’inedito ruolo di paciere).

È Vendola a parlare di nuovo Ulivo: «Siamo in una stagione nuova, abbiamo bisogno di un centrosinistra nuovo — dice il leader di Sel —. Un nuovo Ulivo, che sia capace di non impiccarsi all’albero delle ideologie, ma di mettere in campo un programma di alternativa».

In questo senso, «Prodi rappresenta un punto di riferimento per tutti coloro che intendono costruire un centrosinistra capace di guardare al futuro».
Anche se Prodi ribadisce il suo ritiro dalla politica: «Questo non è un nuovo inizio». In sala si parla di economia, e non di nuovo Ulivo. È presente tutto Sel (tra cui consiglieri La Torre, Pieralisi, Cipriani), Amelia Frascaroli accanto a Sandra Zampa, il segretario della Cgil Danilo Gruppi.

Lo stato maggiore cittadino del Pd, invece, non c’è (relatori a parte): l’unico Democratico che si affaccia è il consigliere regionale Marco Monari.
E così si va avanti a discutere di crisi, di eurobond, di finanza, di lettere della Bce. «Chiedono più flessibilità? Abbiamo già 47 forme diverse di contratti flessibili e una generazione di precari», ha detto Vasco Errani. Che con questa frase è riuscito nell’arduo compito di strappare più applausi del leader di Sel.

Di: Renato Benedetto

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