giovedì 20 ottobre 2011

Gheddafi è morto, giusto così

I dittatori sconfitti muoiano sul campo. 

Questa foto cambia la storia


di Mario Giordano
E’ una foto terribile. 
E’ una foto che fa la storia. 
Il volto insanguinato del rais. 
Una smorfia di morte. 
Il cranio trapassato. 
I testimoni raccontano che ha combattuto fino all’ultimo. 
Dicono: era ferito alle gambe. 
Dicono: è stato caricato in ambulanza ancora vivo. 
Poi dicono che è morto. 
Non si sa come. 
Forse le ferite erano troppo gravi, forse gli hanno sparato alla testa. 
Come Bin Laden se ne andrà con il mistero e con i suoi segreti, troppo intricato con l’Occidente e le sue inconfessabili trame per poter rimanere vivo.
Però, alla fine, superato l’orrore di quel sangue, resta la certezza che forse è meglio così: i dittatori sconfitti è giusto che muoiano sul campo, evitando quelle tragiche farse che sono i processi dei vincitori sui vinti. 
Da Norimberga a Saddam, troppe volte abbiamo cercato di declinare all’interno delle aule dei tribunali le semplici logiche dei campi di battaglia: chi vince prende il potere, chi perde viene abbattuto. 

In questo senso, orrore per orrore, meglio la pallottola in testa di Sirte che l’impiccagione di Bagdad. Sarà altrettanto cruda, ma almeno chiara: Gheddafi ha perso, i ribelli hanno vinto. 

Ora tocca a loro di dimostrare di essere migliori. 
E per farlo non potranno affidarsi alla scorciatoia di un processo show sotto gli occhi delle telecamere internazionali. 
Dovranno cominciare a governare davvero, se ne sono capaci.

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