martedì 11 ottobre 2011

Detenuto “politico” in attesa di giudizio

                                                    ALFONSO PAPA
di ANTONIO FANELLI

Prigioniero politico. 
Alfonso Papa, il deputato su cui la Camera ha votato per l’autorizzazione a procedere (complice la Lega, ndr), ormai non ha motivo per rimanere in carcere. 
A parte che ancora non è stato definito in maniera puntuale il capo d’accusa per il quale è detenuto, la cosa che più fa indignare, è la completa mancanza di rispetto per la persona, il parlamentare e la Giustizia in genere. Fino a condanna definitiva, Alfonso Papa è ancora un Deputato della Repubblica, quindi meritevole, fino a prova contraria, del rispetto dovuto a chi ricopre incarichi di rappresentanza così alti nelle Istituzioni. In secondo luogo, l’atteggiamento dei pm napoletani ha tutto il sapore di una caccia senza quartiere al “nemico” politico. 
Ad affermarlo è stato ieri Silvano Moffa.

“Papa ormai è un prigioniero politico. Le condizioni che lo trattengono in carcere sono inaccettabili in un Paese civile”. 
Lo ha detto Silvano Moffa, presidente del gruppo Popolo e territorio, dopo aver visitato - con una delegazione di altri parlamentari - ieri mattina, nel carcere napoletano di Poggioreale dove è detenuto, il parlamentare del Pdl Alfonso Papa. 

Della delegazione facevano parte i parlamentari Arturo Iannaccone, Vincenzo D’Anna e Giancarlo Lehner. 
“Il pmWoodcock mi ha fatto sapere che sarebbe disponibile a farmi scarcerare a patto che ammetta almeno uno degli addebiti mossimi e renda dichiarazioni su Berlusconi e Lavitola o almeno su Finmeccanica”, ha scritto il parlamentare Papa, in carcere per l’inchiesta P4, in una lettera consegnata ieri al capogruppo al Senato di Popolo e Territorio, Silvano Moffa. Papa ha reso noto inoltre di aver denunciato alla procura di Roma i pm napoletani che indagano su di lui. 

“Estorsioni, queste sì, vere e proprie nei confronti di un parlamentare sottoposto a custodia cautelare, presunto innocente, che si protesta innocente e rispetto al quale dovrebbe ripugnare a un magistrato serio la sola idea di attuare minacce o pressioni”.
È l’accusa che Papa, ha mosso ai pm napoletani in una lettera consegnata all’on. Silvano Moffa. Minacce e pressioni, aggiunge, “tendenti a barattare la libertà con compiacenti confessioni di cose false”.

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