martedì 4 ottobre 2011

MISTER TOD'S : Morale ed etica del lavoro cinese


      di Francesco Blasilli
 
Diego Della Valle, forse, è ancora alla ricerca di se stesso.
E in questa sua ricerca, spesso sta in un posto ma vorrebbe stare in un altro.
Ed infatti ci va.
Vorrebbe essere “L'uomo qualunque”, ma è un imprenditore di successo.  
E per questo un po' stona il suo richiamo morale alla politica italiana, perché non è detto che sia un politico solo chi fa il politico di professione, perché anche il suo amico – di cui probabilmente ha fatto il ventriloquo in questa occasione – Luca Cordero di Montezemolo, pur non avendo mai messo piede in Parlamento, politica la fa ogni volta che parla.

E il politico lo ha fatto sia da presidente della Fiat, sia da presidente del comitato organizzatore dei Mondiali di calcio Italia '90, dove ha avuto rapporti con la politica e ha avuto risultati degni di questa politica che a lui (e Della Valle) proprio non piace. Però qui parliamo di Mister Tod's e non di Mister Ferrari, dell'uomo qualunque che vorrebbe essere e che non è.
Dell'industriale italiano che però produce in Cina a basso costo.
E parla di etica.
Nulla da eccepire, perché la delocalizzazione è legittima e il profitto non è reato (checché qualcuno la pensi ancora diversamente), ma almeno ci venga evitata la lezioncina di morale, da parte di chi in Italia praticamente non ci lavora più.

Ma lui, Della Valle, si arrabbia per quello che succede in Italia e se ne va in Cina.
E anche nel mondo del calcio non è che si comporti diversamente.
Dice che vuole fare grande Firenze, ma poi investe – e anche tanto – a Roma per il restauro del Colosseo.
Noi romani sentitamente ringraziamo, i fiorentini un po' meno.

E pure nella squadra ormai da un paio d'anni ha smesso di investire.
Casualmente da quando ha capito che il centro sportivo (la cittadella viola) non vedrà mai la luce.
Anche quello è un profitto, ma perché “camuffarlo” da sport?
E poi, perché fare la morale alla classe politica italiana?
Il Nostro potrebbe obiettare che i politici speculano sulle nostre spalle e lui su cose personali.

Solo che la “cittadella viola” sembrava celare un certo quantitativo di cemento armato. Ma insomma, ognuno è libero di fare ciò che vuole.
Soprattutto Mister Tod's, che però voleva essere l'Uomo qualunque, ma anche Masaniello e, perché no, anche Di Pietro.
E che dalle Marche è poi voluto andare a Firenze, ma preferiva l'antica Roma e alla fine è finito (scusate il gioco di parole) in Cina.

Ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma il sospetto è che dietro tanta animosità etica di Della Valle ci sia un luogo geografico e non l'etica in quanto tale.
E che questo luogo non sono le Marche, non è Firenze, non è Roma e nemmeno la Cina.
Ma è Vicenza.
Dove il 18 marzo del 2006 ci fu lo show del premier Silvio Berlusconi, che si scagliò contro mister Tod's, esordendo con il celeberrimo “mi dia del lei, non del tu”.
Che Della Valle insieme al richiamo all'etica voglia anche regolare un antico conto personale?

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