venerdì 16 settembre 2011

CALMA E GESSO: TARANTINI E' UOMO DI D'ALEMA ?



di Cippi
 
 
Non è nuovo agli scandali, l'imprenditore Tarantini.
La sua vita nel chiaroscuro del mondo di affari e potere lo porterà spesso nelle cronache dei giornali.
Il tutto, dopo gli studi svizzeri in scienze industriali, quando diventa amministratore della Tecno Hospital, società fondata dal padre ed ereditata insieme al fratello, che si occupa della produzione di protesi sanitarie..
Fino al 2008 è amministratore, e fa lievitare i bilanci, riportandoli poi sull'orlo del baratro.
Inanella collaborazioni e diventa socio di Self, per smettere poco dopo, e della Global System Hospital.
 
Nella ragnatela delle sue relazioni intessute tra la Puglia, Roma e la Sardegna, ogni tanto anche Tarantini rimane ingarbugliato.
Non sempre le cose gli vanno bene, e le indagini lo raggiungono.
I fascicoli aperti sono sette, e nella sua tela sono caduti anche il primario di ortopedia del Policlinico di Bari, Vittorio Patella, e l'ex dirigente dell'Asl Bari, Lea Cosentino.

E poi Pasqualino Ciappetta, direttore di neurochirurgia del Policlinico, che avrebbe gradito le regalie di Tarantini per un appalto di favore, e anche il coordinatore regionale della Puglia prima di tutto (il partito che ha visto sfilare proprio Patrizia d'Addario) Tato Greco, coinvolto, anzi imputato in un'altra inchiesta già a processo, sempre per aver favorito l'acquisto dei prodotti dell'azienda Tarantini negli ospedali.
Dei festini a base di coca, Tarantini ha già pagato con tre giorni di carcere.

Nel 2001 si indagò su Tarantini e i suoi affari con il centrosinistra e in particolar modo sulla filiera barese dalemiana per il tramite dell’imprenditore Intini e del manager De Santis. Un’inchiesta sui vertici delle Asl (di cui molti indagati ) per l’acquisto delle protesi tarantiniane. Passata di palla tra vari pm si è arenata più volta ed è arrivata a giudizio monca con quasi tutti gli imputati con la prescrizione già o quasi ottenuta.

Non solo Tedesco e Frisullo, pesantemente coinvolti nell’indagine.
Tra gli indagati c’è pure l’avvocato Salvatore Castellaneta, buon amico di Massimo D’Alema  e in particolare dell’ex proprietario della barca Ikarus Roberto De Santis, poi ceduta allo stesso D’Alema.
Castellaneta e De Santis sono tra l’altro anche segnalati nell’inchiesta su Penati e la sua società “Fare Metropoli”.
Proprio nella masseria dell’avvocato D’Alema parlò di scossa nella trasmissione della Annunziata.

Tra gli altri indagati anche Verdoscia, amico fraterno di Tarantini e De Santis. Proprio Tarantini ha più volte ammesso di aver partecipato ad incontri con D’Alema, una volta in barca e una volta al ristorante (presente anche il sindaco Emiliano).
Il gruppo imprenditoriale vicino a D’Alema e Latorre è nelle carte segnalato come molto vicino agli interessi di Tarantini.

Come mai nessun Csm che si occupa della vicenda?
Nessuna inchiesta della stampa?
Nessuna procura vicina o lontana che indaga sul gigantesco ritardo?
Eppure qui si discute dello stesso indagato (Tarantini) che con un po’ di impegno poteva essere fermato prima.
O per fermare lui bisognava prima fermare qualcun altro?

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