venerdì 30 settembre 2011

Gli incendiari della casta



RUOLI RIBALTATI
di Arturo Diaconale
La differenza è sempre tra il paese formale ed il paese reale.
Solo che questa volta si sono scambiati i ruoli.

giovedì 29 settembre 2011

Fallito il decimo assalto al Cav. e il Pd vuole epurare i Radicali non allineati

romano berlusconi.jpg
Niente sfiducia a Romano, resta il nodo Bankitalia
 
Decimo assalto in nove mesi.
Fallito, come tutti gli altri.
La mozione di sfiducia al ministro Romano firmata Bersani-Di Pietro, usata come una clava per abbattere il governo si abbatte sulla testa dell’opposizione.
Ennesimo boomerang.
Non solo fallisce l’obiettivo, non solo ogni volta la maggioranza si ricompatta, ma nel Pd scoppia il caso Radicali: i sei deputati pannelliani non partecipano al voto e Franceschini minaccia di epurarli. 

mercoledì 28 settembre 2011

Intellettuale delle mie Tods

  
CONTROCANTO
di ORSO DI PIETRA



Adesso tutti a dire che aveva ragione Bettino Craxi a definire Ernesto Galli della Loggia, che domenica ha intimato a Silvio Berlusconi di togliersi il più rapidamente possibile dai piedi, un “intellettuale dei miei stivali”!
Come dire che Galli della Loggia era un rompicoglioni allora e continua ad esserlo anche oggi!
Il ché sarà pure vero ma non coglie la caratteristica principale dell’editorialista del Corriere della Sera.
Che non è quella di essere un costante fustigatore dei governi del momento.

Ma di essere passato dall’essere un intellettuale degli stivali di Craxi ad essere un intellettuale delle Tods di della Valle.
Come dire che sempre di scarpari si tratta!

martedì 27 settembre 2011

Braccialetti elettronici per detenuti, un affare da 110 milioni di euro!! Dieci braccialetti ci costano undici milioni


Un braccialetto da un milione di euro.
Braccialetto tempestato di diamanti modello-Ivana Trump?
No, semplice braccialetto elettronico modello-detenuto.
Il flop dei braccialetti elettronici che avrebbero dovuto «svuotare le carceri» rendendo «più agile» il nostro sistema penitenziario risale al 2001 e porta la firma di due illustri membri dell'allora governo Amato: l'ex ministro dell'Interno, Enzo Bianco, e l'ex Guardasigilli, Piero Fassino.

Ma siamo proprio sicuri che Bagnasco si riferisse a Berlusconi?

 da: Questa è la sinistra italiana

Commentando il discorso che il Cardinale Angelo Bagnasco ha pronunciato nella prolusione al Consiglio  Episcopale Permanente della CEI, il Corriere della Sera ha titolato: <<Il Card. Bagnasco alla CEI : “Questione morale non è invenzione mediatica”>>, dopodiché ha messo di spalla una foto di Berlusconi, come a dire che se si parla di amoralità non si può che parlare del Premier. Poi, con una tecnica perversa messa a punto dalla Pravda negli anni ’20, affinata e praticata  con successo per 70 anni, ha aggiunto: “Il presidente della CEI parla di moralità politica. Ma senza mai citare espressamente Berlusconi”.  Come a dire, non ha citato espressamente il Premier, ma è evidente che si riferisse a lui.
Processo alle intenzioni o sinistro preconcetto? 

lunedì 26 settembre 2011

È il momento di metterci il cuore...


 
                                             Girolamo Fragalà
 
 
Intercettazioni, gossip, liste di presunti parlamentari gay, inchieste giudiziarie, calcioscommesse, retroscena su liti dentro e fuori il Palazzo, linguaggi da pollaio.
Nel fiume di notizie di ieri non c’era un solo lancio di agenzia capace di riportarci alla politica che sa parlare al cuore di quella gente che ha ne ha le tasche piene dei derby del fango, del pettegolezzo elevato a verità, delle sceneggiate con le monetine a Montecitorio.

L'ultima di monsignor Babini "Vendola pecca più di Berlusconi"

Il vescovo emerito di Grosseto a Pontifex: "Basta con la caccia al premier. E poi l'omosessualità è contronatura, meglio chi va con l'altro sesso"

di MARCO PASQUA

ROMA - L'omosessualità? E' un "peccato assai più grave delle imprese del premier". Giacomo Babini, vescovo emerito di Grosseto, torna ad attaccare i gay, nel maldestro tentativo di difendere il presidente del consiglio. L'alto prelato, noto per i suoi attacchi di tipo omofobo e antisemita, parla dalle pagine virtuali del sito ultracattolico Pontifex, da tempo impegnato in quella che sembra essere una campagna contro gli omosessuali. Il pretesto per far parlare il vescovo in pensione è la situazione politica italiana, alla luce del richiamo del Papa, da Berlino, al mondo politico al rispetto delle regole etiche. Un richiamo che, però, secondo l'82enne Babini - a capo della diocesi di Grosseto fino al 2001 -, non riguarderebbe il presidente del Consiglio. "Io credo che oggi sia in atto una vera caccia al Berlusconi se penso che buona parte dei giornali é dedicata a lui e che ben quattro procure gli dedicano esagerate attenzioni - sottolinea il presule - Penso che sarebbe utile lasciare governare e aspettare che la recente manovra finanziaria dia i suoi frutti. Molti osservatori sembrano più intenzionati a fare cadere il governo che alla fedele aderenza alla realtà". Quando l'intervistatore cerca di fargli notare che "lo stile di vita del leader lascia a desiderare", Babini si lancia in un maldestro tentativo di difesa del premier: "Certo, non mi sembra un modello, ma oggi la politica spesso si fa con le mutande e non con la

testa. Tuttavia, sarebbe bene accertare realmente che Berlusconi abbia fatto cose malvagie e i Baccanali. Non é pensabile condannare una persona solo per sentito dire. Se cade Berlusconi siamo nei guai. Non é il massimo, ma non vedo politici degni dietro di lui". Se proprio bisogna attribuire alle colpe, queste dovrebbero ricadere su certi giornalisti "spesso giovani, che con una penna in mano o un microfono, cercano la popolarità e dimenticano il senso della prudenza". Quanto alle critiche mosse da Vendola nei confronti di Berlusconi, Babini le liquida con l'ennesimo attacco omofobo: "Io non ne posso più della retorica inutile di Vendola. Credo, da cattolico, che la omosessualità praticata sia un peccato gravissimo e contro natura, certamente peggiore di chi va con l'altro sesso. Alla luce dei fatti, senza stilare classifiche, Vendola pecca molto di più di Berlusconi". Esternazioni choc, che arrivano dopo analoghe invettive, 1 spesso contro omosessuali, ebrei (alcune delle quali smentite tramite la CEI, ma sempre confermate dall'autore dell'intervista) e musulmani. "Nella storia sono stati perseguitati ed é vero - dichiarò a proposito degli ebrei - Ma loro non fanno e non hanno mai fatto molto per farsi benvolere ed amare, hanno i loro peccati commessi come e forse più degli altri e poi sono tremendamente attaccati ai soldi". E ancora: "Gli ebrei usano la shoa come una clava". Ma il suo vero chiodo fisso (e quello del sito che continua ad interpellarlo sui temi più disparati) sono sempre stati gli omosessuali. Dopo aver sostenuto la necessità di "non dare la comunione a Vendola e agli omosessuali conclamati", Babini aveva anche affermato che "gli omosessuali sono dei malati" ("nel nome di un populismo da quattro soldi non é possibile paragonare un gay con un normale", dichiarò ancora). Infine, sull'Islam: "E' una religione violenta ed anticristiana e distinguere tra Islam moderato e estremo non ha senso. L'Islam é unico e il brodo di coltura sono proprio i Paesi moderati. Nazioni islamiche ricche ad Haiti non hanno mandato neppure un soldo. Bisogna svegliarsi dal letargo e difendersi dall'Islam, prima di essere colonizzati". Frasi forti e dalle quali, in passato, è stato anche costretto a prendere le distanze l'attuale vescovo di Grosseto, Franco Agostinelli: "Sono davvero scocciato - disse - perché quelle parole non rispecchiano assolutamente il pensiero della nostra diocesi. Sono pronunciate da una persona anziana che parla per sé, non a nome della comunità dei cattolici di Grosseto. Babini è anziano e ha anche qualche problema di salute".

Quei finti pacifisti sempre in guerra

di Mario Giordano 

Per Bindi, Vendola e i No Tav la sfilata della pace è stata l'ennesima occasione per un comizio contro Berlusconi. Tra i bersagli anche Minzolini, Bruno Vespa, la Rai e l'alta velocità. Parola d’ordine: col­pire a vista. In nome della pace, s’intende



A che serve la marcia della pace? 
È ovvio: a fare un po’ di guerra. 
Guerra verbale, se non altro. 

Il vero scandalo sono le 100.000 intercettazioni


E intanto a Bergamo fanno sapere che NON CI SONO SOLDI per continuare nella comparazione dei DNA per tentare di arrivare ad una soluzione del caso della piccola Yara...

Se quelle intercettazioni, 100.000, l'avessero fatte ai capi della camorra un passo avanti nella "pulizia di Napoli", in tutti i sensi, sarebbe stato fatto.

Ogni commento è veramente superflo!

                                                         Maddale Na

Dunque, a Bari 100.000 intercettazioni fatte soprattutto per spiare dal buco della serratura e sapere se la tal signorina dai facili costumi è andata a letto con chi e che cosa ha fatto. Più di quante se ne fanno a Palermo, capitale della mafia.

domenica 25 settembre 2011

Nervosi d'opposizione

                                            
 
di Arturo Diaconale
 
 
Ed ora le misure per lo sviluppo finanziate con la vendita di una parte del patrimonio immobiliare pubblico. Ora la riforma fiscale. Ora la riforma della giustizia.  

sabato 24 settembre 2011

Ecco il tariffario per le primarie Pd I clan davano 10 euro per un voto

di Carmine Spadafora
 

Democratici nei guai: dalle carte dell’indagine emerge un "listino prezzi" per incoraggiare i napoletani ad andare alle urne. Un vero e proprio supermercato: in cambio della preferenza si poteva ottenere un sacchetto con pane, latte e carne

venerdì 23 settembre 2011

Anche nel 2006 l’Italia venne declassata dalle solite agenzie. Ma allora il premier era Prodi e, naturalmente, la colpa era di Berlusconi

Titoloni, proclami, note dettate alle agenzie in fretta e furia. Standard&Poor’s, l’agenzia di rating che un mese e mezzo fa era riuscita nell’impresa di sbagliare i calcoli matematici sui conti americani, ha declassato l’Italia. Era nell’aria, lo si sapeva, c’era ben poco da fare. Subito le opposizioni hanno alzato la voce, indignate e sconvolte per l’infausta notizia. E’ tutto un coro unanime nel chiedere, nell’esigere le dimissioni di Silvio Berlusconi, colpevole di aver indotto S&P a tagliare il nostro rating. Sì, il Premier assassino dell’Italia, uomo che ci sta facendo precipitare nelle torbide acque del default. Finiremo come la Grecia!, urlano i Bersani e i Belisario della situazione.Se si conservasse un po’ di memoria, come ha fatto Ignazio Stagno sul Giornale, probabilmente si eviterebbe di alzare troppo la voce e di urlare al fallimento, nonché di accusare il Governo (che le sue colpe le ha, vista la manovra che qui più volte abbiamo contestato) per tutto il male del Mondo. Sì, perché nell’ottobre del 2006, quando a Palazzo Chigi sedeva Romano Prodi, Standard&Poor’s e Fitch fecero esattamente la stessa cosa che oggi ha fatto S&P: ci declassarono. Allora, però, Mortadella sentenziò che “i prossimi giudizi, quelli cioè che terranno conto delle politiche economiche di questo governo e non di come il Paese è stato lasciato dal precedente, vedranno registrare un segno positivo”.Insomma, anche quella volta la colpa era tutta di Berlusconi che però, essendo all’opposizione, non poteva dimettersi. Finocchiaro e Bersani, Di Pietro e Belisario, in quell’ottobre di cinque anni fa, non aprirono bocca, non accusarono Prodi e Padoa Schioppa di portarci verso il default né di essere scarsamente credibili sul piano internazionali. Colpa di Berlusconi, dissero all’unisono.Eppure, andando a leggere la nota che giustificò il declassamento, si scopre che “la riduzione del rating sull’Italia riflette la risposta inadeguata del nuovo governo alle sfide strutturali dell’economia e del bilancio dell’Italia. La Finanziaria fa poco per avanzare significativamente sulla strada di riforme sul lato dell’offerta e nei fatti porterà ad un aumento netto della spesa in percentuale del PIL invece di ridurre l’alta spesa, che è la causa di fondo degli squilibri di bilancio italiani”.Più chiaro di così, non si può. Ma fare orecchi da mercanti, tra gli alti esponenti della sinistra, è una consuetudine assodata.
Fonti: Etichette:

Sconfitto o sublimato



di Davide Giacalone
 Ulisse divenne uomo anche perché “molti dentro del cor sofferse affanni”, qui ne vedo molti che s’affannano a restar ragazzini, pronti ad accapigliarsi, lesti nello spararla grossa, ma poco inclini a ragionare. Ogni mattina s’accende la radio per conoscere le ultime, ma da sinistra sono sempre le stesse: vada a casa.

Secondo schiaffo a Woodcock Il Gip ribadisce: «Indaghi Roma»


di Anna Maria Greco



Roma: E Napoli rimane di nuovo a bocca asciutta...

giovedì 22 settembre 2011

L'atterraggio che non c'è

Il premier Silvio Berlusconi

DI MARIO SECHI

Gli avversari se ne facciano una ragione: Berlusconi non è un tiranno, ma un leader democraticamente eletto. Su Il Tempo abbiamo affrontato varie volte in un dibattito franco e senza tabù la questione del passo indietro del Cav. Per alcuni salutare, per altri un errore. 

mercoledì 21 settembre 2011

Prima insulta poi zittisce: il "carognismo" di sinistra trionfa, ma non passerà


di Marcello Veneziani

Non esiste qualcuno che possa avere idee diverse: è solo un servo.

Come ai tempi di Stalin e delle Br: il "nemico" è da eliminare
La carogna è in agguato.
Quan­do muore un animale politico, un’ideologia,una passione civi­le, lascia la carcassa con i suoi miasmi.
Finisce un’idea, resta un rancore.
Dopo il comunismo viene il carognismo.  

martedì 20 settembre 2011

D’Alema e la cena con Tarantini: ecco la vera storia che inguaia il Pd



Ristorante La Pignata di Bari.
Tavolata di giornalisti.
Con l’arrivo degli antipasti di pesce è scontata la domanda al titolare del locale, Francesco Vincenti.
Ma quella sera famosa del marzo 2008 com’è andata davvero con i clienti Tarantini, D’Alema, col sindaco Emiliano, tutti insieme attovagliati?

Indagine Finmeccanica: sugli appalti d’oro ora trema la lobby Pd


 Di: Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica

 I  pm ipotizzano l’associazione per delinquere e turbativa d’asta Il sospetto: gare inquinate per cercare di accaparrarsi le commesse. Nel mirino della procura anche i grandi affari su sanità e post terremoto

lunedì 19 settembre 2011

Dopo 2 anni Marrazzo torna in politica Faccia a faccia con Storace alla festa dell'Idv

 

da: il Giornale.it

Ad aprire la festa romana dell'Idv ci sarà l'ex governatore del Lazio che, dopo quasi due anni di silenzio, torna a parlare in pubblico e a confrontarsi con il suo predecessore Storace su tempi politici

“Cavaliere, fatti più in là”. Ma son politici o emuli delle sorelle Bandiera?

 di Paolo Guzzanti

Berlusconismo senza Berlusconi? Berlusconiani al gran complotto? Letta e Confalonieri suggeriscono una exit strategy? E perché non, già che ci siamo, una road map.

Le intercettazioni dei Santi

Il San Francesco del Caravaggio

DI MASSIMILIANO LENZI

 

Ecco alcuni estratti degli scritti di Sant'Agostino e San Francesco. In un brogliaccio da questura, diventerebbero un atto d'accusa.

domenica 18 settembre 2011

La buoncostume tecnocratica

  «Caro direttore, vista l’azione della magistratura, l’abnormità delle intercettazioni, la sistematica violazione del segreto istruttorio, la lesione brutale dei diritti costituzionali, a questo punto il Cavaliere deve restare al suo posto».

di Mario Sechi   

Deve mandare tutti a quel Paese e andarsene al sole di Bermuda?
Oppure continuare la sua avventura politica in un ring dove scorre il sangue e si tirano colpi bassi senza che l’arbitro fermi il pestaggio?

sabato 17 settembre 2011

NON HO NULLA DA VERGOGNARMI


Questa è la lettera inviata da Silvio Berlusconi
al direttore de Il Foglio, Giuliano Ferrara.

Caro direttore,

è vero, come Lei scrive, che il mio comportamento, così come descritto dai giornali in questi giorni, appare scandaloso. Ma il mio comportamento non è stato assolutamente quello che viene descritto ed io Le confermo, come ho già avuto modo di dirLe, che non ho fatto mai nulla di cui io debba vergognarmi.

venerdì 16 settembre 2011

CALMA E GESSO: TARANTINI E' UOMO DI D'ALEMA ?



di Cippi
 
 
Non è nuovo agli scandali, l'imprenditore Tarantini.
La sua vita nel chiaroscuro del mondo di affari e potere lo porterà spesso nelle cronache dei giornali.

giovedì 15 settembre 2011

Cari patrioti di sinistra, l'Italia non è cosa vostra




di Marcello Veneziani

Si può lasciare il tema del­l’identità nazionale sulle spalle di Napolitano? E si può trafugare il corpo del­­l’Italia, la sua storia e la sua passio­ne coltivata dalla destra storica e affida­re il pacco tricolore alla sinistra?

Ma si può lasciare il tema del­l’identità nazionale sulle spalle di Giorgio Napolitano?
E si può, alle sue spalle, trafugare il corpo del­­l’Italia, la sua storia e la sua passio­ne coltivata dalla destra storica e nazionale, cattolica e popolare, moderata e conservatrice, e affida­re il pacco tricolore alla sinistra?

Feroce e generosa Questa è la mia Oriana




di Vittorio Feltri

Il carattere impossibile, i giudizi sferzanti, gli atteggiamenti da attrice. Un ricordo inedito dello scrittore a cinque anni dalla morte: la Fallaci raccontata da Vittorio Feltri

Cinque anni fa, come oggi, mori­va Oriana Fallaci.
Aveva 77 anni e alcuni cancri contro i quali ha combattuto con forza e rabbia.
Ma que­s­to accomuna quasi tutti gli esseri viven­ti.
La sua specialità era un’altra: fare il contrario di quello che facevano i suoi si­mili.
Il suo nemico era il conformismo, e lo ha battuto.

Stalking giudiziario


di Aldo Vitale


La situazione è quanto meno pirandelliana, cioè tragi-comica, grottesca.
Non c’è più alcun limite che la fantasia possa porre in essere per distinguere il reale dal surreale. 
Silvio Berlusconi che rebus sic stantibus, risulterebbe la vittima di un presunto reato, viene bersagliato dalle iniziative giudiziarie della Procura di Napoli.  

mercoledì 14 settembre 2011

I colpi di Stato e le guerre civili

di Arturo Diaconale

L'ultima trovata della serie sarebbe quella di ripetere il 25 luglio. Cioè di riservare al Cavaliere Berlusconi la stessa sorte che venne assicurata al Cavaliere Mussolini: l'arresto in una sede istituzionale.  

La caccia grossa a Berlusconi e lo strano tifo per i cacciatori

 
di Giancarlo Loquenzi


Per quanto mi riguarda se assisto a una scena di caccia sto dalla parte della preda.
Non mi importa quanto siano eleganti e blasonati i cacciatori, quanto nobili i loro destrieri, quanto rapidi e ben addestrati i segugi.
Faccio il tifo per la povera bestia che deve salvare la pelle e non ho alcuna passione per la schiera dei fucilieri che deve solo decidere sull’impiego del trofeo: la testa impagliata nell’atrio del club o la pelliccia stesa davanti al caminetto.

martedì 13 settembre 2011

Con il nostro buonismo siamo già diventati prigionieri dell’islam


di Magdi Cristiano Allam

Ugualmente proprio a partire dall’11 settembre 2001 il nostro mondo è diventato anche più fragile a seguito della crisi finanziaria ed economica su cui ha fortemente inciso prima l’impennata della spesa militare per contrastare il terrorismo islamico, poi la speculazione borsistica. 

lunedì 12 settembre 2011

E dopo?




di Davide Giacalone
 Mercoledì sarà approvato definitivamente il decreto che riprende le indicazioni della Banca Centrale Europea e punta a stabilizzare i conti pubblici.
Cosa succede, dopo?

Solo se la lotta resta dura l'attacco sarà un ricordo



Attenti a chi festeggia e a chi dice che Al Qaeda è stata sconfitta.
O a chi come Barack Obama incoraggia i Fratelli Musulmani
                                    


 di Maria Giovanna Maglie
  
Per ora si salva solo la costruzione alla forza dell’uomo e della sua libertà che è diventato Ground Zero. Nell’afflusso di inevitabili allarmi della vigilia, nel tripudio di organizzazioni melense e consolatorie dove tutto si annacqua e il nemico non si vede più, manca dolorosamente una bella riflessione su chi ha sfidato, chi ha vinto, chi ha capito e fatto tesoro, chi persevera negli errori e questo decennio lo ha sprecato.

domenica 11 settembre 2011

La rabbia e l'orgoglio


di Oriana Fallaci

Mi chiedi di parlare, stavolta. Mi chiedi di rompere almeno stavolta il silenzio che ho scelto, che da anni mi impongo per non mischiarmi alle cicale. E lo faccio. Perché ho saputo che anche in Italia alcuni gioiscono come l' altra sera alla Tv gioivano i palestinesi di Gaza. «Vittoria! Vittoria!». Uomini, donne, bambini. Ammesso che chi fa una cosa simile possa essere definito uomo, donna, bambino. Ho saputo che alcune cicale di lusso, politici o cosiddetti politici, intellettuali o cosiddetti intellettuali, nonché altri individui che non meritano la qualifica di cittadini, si comportano sostanzialmente nello stesso modo. Dicono: «Bene. Agli americani gli sta bene». E sono molto molto, molto arrabbiata. Arrabbiata d' una rabbia fredda, lucida, razionale. Una rabbia che elimina ogni distacco, ogni indulgenza. Che mi ordina di rispondergli e anzitutto di sputargli addosso. Io gli sputo addosso. Arrabbiata come me, la poetessa afro-americana Maya Angelou ieri ha ruggito: «Be angry. It' s good to be angry, it' s healthy. Siate arrabbiati. Fa bene essere arrabbiati. È sano». E se a me fa bene io non lo so. Però so che non farà bene a loro, intendo dire a chi ammira gli Usama Bin Laden, a chi gli esprime comprensione o simpatia o solidarietà. Hai acceso un detonatore che da troppo tempo ha voglia di scoppiare, con la tua richiesta. Vedrai. Mi chiedi anche di raccontare come l' ho vissuta io, quest' Apocalisse. Di fornire insomma la mia testimonianza. Incomincerò dunque da quella.

sabato 10 settembre 2011

Quei cattivi maestri che preferiscono Al Qaida alle barzellette

Adriano Sofri, condannato come mandante dell’omicidio Calabresi, si indigna per la barzellet­ta di Sacconi. Franco Piperno definisce "sublime" l’11 settembre

  
Clicca per ingrandireCi risiamo con le lezioni di vita non richie­ste. Adriano Sofri e Franco Piperno tornano a pontificare.
Il primo, condannato come mandante dell’omicidio Calabresi, scrive di essere rimasto «raggelato» dalla barzellet­ta del ministro Sacconi sulle suore. L’assassi­nio del commissario, invece, non lo scompo­se più di tanto.
(di Paolo Granzotto)


L’ex Pot Op Franco Piperno, invece, definisce «sublime» l’11 settembre e canta gli «intellettuali» qaidisti. Il docente tesse l'elogio dei killer e invoca la violenza collettiva. Ma lui resta al sicuro con uno stipendio da dipendente pubblico.
(di Alessandro Gnocchi)

venerdì 9 settembre 2011

IL SALVACONDOTTO DI BUTTIGLIONE ??? Buttiglione ammette l’esistenza d’una congiura in danno del Cavaliere.



se consegna l’Italia al nemico
Silvio si salva se consegnal’Italia al nemico

di Ruggiero Capone

Buttiglione propone una sorta di salvacondotto al Cavaliere, a patto che si dimetta.
Quale potere si condenserebbe mai nelle mani del presidente dell’Udc, da permettergli di poter garantire l’immunità a vita ad un presidente del Consiglio, a patto che consegni il paese ai suoi nemici?
Delle due l’una, o Buttiglione (apprezzato studioso del diritto) ha parlato dopo essersi destato da un sogno in costume in cui veniva concesso da un germanico feudatario il giudicaticum (suzerain) ad un perdente bizantino, o (sarebbe peggio) Buttiglione ammette l’esistenza d’una congiura d’ottimati in danno del Cavaliere.

giovedì 8 settembre 2011

Dall'emergenza alla riforma liberale

 
di Arturo Diaconale
 
Ha un solo padre la manovra che il Parlamento si accinge ad approvare in tutta fretta per evitare nuove ondate speculative sul nostro paese.
Questo padre si chiama “emergenza” imposta da un debito pubblico esorbitante, da una crescita inesistente e dal peso di uno stato burocratico-assistenziale divenuto insopportabile.
Non è corretto, allora, sostenere come hanno fatto sinistre e sindacati che il “padre” della manovra sia stato il governo. I
n realtà qualsiasi esecutivo di qualunque colore si sarebbe comportato come ha fatto quello guidato da Silvio Berlusconi.
Magari con qualche minima differenza a seconda della impostazione culturale dominante all'interno della coalizione.

Un governo di sinistra, ad esempio, avrebbe sicuramente giocato la carta della patrimoniale, sia pure nascosta dalla formula del contributo di solidarietà.
E un governo tecnico, così come fece quello di Lamberto Dini nel '95, insistito sulla riforma delle pensioni.
Ma, nella sostanza, nessuno avrebbe compiuto atti particolarmente rilevanti.

E si sarebbe attenuto, in linea di massima e come ha fatto l'esecutivo di centro destra, alle indicazioni ed alle sollecitazioni provenienti da Bruxelles e dalla Bce.
Una considerazione del genere non costituisce affatto una attenuante, una giustificazione, una valutazione positiva per l'operato del governo.

E' solo un dato di fatto.
Che, però, comporta una conseguenza impegnativa per lo stesso governo.
Quella secondo cui fatta la manovra per l'emergenza voluta dai mercati e dalla Bce, sollecitata da Napolitano ed imposta dal debito pubblico, il centro destra, se vuole avere una sola speranza di non uscire distrutto dalle prossime elezioni politiche deve affrettarsi a preparare una manovra non più congiunturale ma strutturale.

Il centro destra, in altri termini, se non vuole arrendersi prima ancora di combattere, deve avere la forza e la capacità di marcare in maniera netta e trasparente la propria differenza dalla sinistra statalista o dai nostalgici del consociativismo.

E raccogliere la richiesta di cambiamento che proviene dalla parte sana della società civile dimostrando con le idee e con i progetti di essere in grado ancora di disegnare e gestire l'innovazione nel nostro paese.
E' fin troppo evidente che questa manovra strutturale non si potrà esaurire con la proposta di modificare la Costituzione inserendo le norme sull'abolizione delle province e quella dell'obbligo del pareggio di bilancio.

Queste misure fanno parte del pacchetto dell'emergenza e non hanno alcuna capacità distintiva e caratterizzante rispetto a qualsiasi altro esecutivo.
Ci vuole molto di più.
Un di più che in altri tempi si sarebbe chiamato “rivoluzione liberale”.
Ma che adesso, vista la scarsa fortuna avuta da questo termine, si potrebbe chiamare in maniera meno alta e più concreta come la grande riforma liberale dello stato burocratico-assistenziale.

Una riforma che oltre al taglio delle province dovrebbe prevedere la riduzione dei centri di spesa incontrollati delle regioni, la ridefinizione di tutti gli enti intermedi con l'eliminazione di quelli inutili (qualcuno sa dire, ad esempio, a che servano ancora le prefetture d'impianto napoleonico?), un più corretto equilibrio tra aree metropolitane e governi regionali, una serie di autentiche liberalizzazioni, le privatizzazioni non solo dei grandi enti ma soprattutto delle municipalizzate.

Oltre, naturalmente, le riforme del fisco, del lavoro, delle pensioni, della giustizia, del sistema elettorale. Insomma, se il centro destra vuole sopravvivere all'emergenza deve uscire dall'emergenza stessa.
E lo può fare solo dicendo e facendo qualcosa di autenticamente liberale!
Tesa non solo a ridurre il debito pubblico ed a rilanciare la crescita ma anche e soprattutto a ridisegnare completamente il nuovo modello di stato in cui gli italiani dovrebbero vivere in serenità e benessere nel primo secolo del terzo millennio.

D’Alema è un "nobiluomo" del Vaticano


           Il vice conte Max emblema della sinistra snob


di Stenio Solinas


La scoperta: il leader Pd è "nobiluomo" del Vaticano dopo aver richiesto invano un titolo superiore. Tre benemerenze in sei anni: così il "compagno" è diventato un nobile. Idealizzava una società senza classi, ora si ritrova in business class. Da anni la sinistra è un susseguirsi di yacht, case chic e lussi...

mercoledì 7 settembre 2011

Il vuoto e il rito

Image
                                                                                  di Davide Giacalone   

Le piazze della Cgil, quelle dello sciopero generale di ieri, erano vuote.
Non mi riferisco al numero dei manifestanti, come al solito oggetto di supposizioni così diverse da far credere che in Italia ci sia una sorta di veto all’uso dell’aritmetica.

Camusso in piazza con Bersani: il doppio boomerang di Cgil e Pd

Accuse a Bonanni. Tensione davanti al Senato

 

La mattinata si preannunciava calda, almeno quanto il sole di questo inizio settembre, e così è stato. Nelle città italiane è andato in scena lo sciopero generale indetto dalla Cgil, con un preludio e uno strascico – come era inevitabile – all'insegna delle spaccature, sui più vari fronti. Procediamo con ordine. La prima sostanziale divisione si è registrata quando, nei giorni scorsi, le altre due grandi sigle sindacali nazionali – Cisl e Uil – avevano bocciato l'idea di scendere in piazza a fianco del sindacato guidato da Susanna Camusso.  

martedì 6 settembre 2011

PROFUMO DI GUAI

                                                      di Arturo Diaconale

Se qualcuno si svegliasse una mattina lanciando l’idea che per risolvere la crisi economica del paese attraverso la riforma delle pensioni basterebbe decidere di cancellare gli emolumenti mensili per tutti gli italiani con più di 70 anni, sarebbe preso per matto.

Rotative ferme

  
Controcanto di Orso di Pietra

Uno può detestare Susanna Camusso quanto vuole! Può considerare la Cgil una banda di pericolosi reazionari che difendono allo spasimo i loro privilegi!
Può detestare lo sciopero generale considerandola un’arma vecchia ed inutile che serve solo a danneggiare i lavoratori che vi aderiscono!

Può farsi ribollire quanto vuole il sangue di fronte all’ennesima invasione della Capitale che costa cifre insopportabili alla comunità in un momento in cui si dovrebbe soltanto risparmiare!

Detto questo non si può non reagire con un fremito di compiacimento alle decisione della Cgil di fermare le rotative del “Corriere della Sera” a differenza di quelle degli altri giornali!
Così s’impara F. (erruccio).d.(e) B. (ortoli) a fare il comunista con i soldi dei padroni!

Le tre travi negli occhi della Cgil, che la Camusso non vuol vedere

Di Massimo Giardina

La Cgil scende in piazza per lo sciopero generale, critica la manovra ed esamina per bene tutte le pagliuzze che si trovano negli occhi della maggioranza, peccato che non veda le travi nei propri. E ce ne sono tre che Susanna Camusso dovrebbe esaminare: perché l'articolo 18, difeso a spada tratta dalla Cgil, non vale per i lavoratori del sindacato più importante d'Italia; perché la Cgil non paga l'Ici e perché può non presentare il bilancio d'esercizio