sabato 17 dicembre 2011

Settanta assenti: Pdl avverte Monti

Cresce la protesta azzurra: anche 12 astenuti. 
Defezioni anche nelle file del Pd (6) e dei futuristi (10)

Di Salvatore Dama

I malpancisti del Pdl sono vivi e lottano insieme a Lega e Idv contro la manovra lacrime e sangue del governo Monti. 
Precisiamo: a dire no alla fiducia, come padani e dipietristi, sono stati solo due pidiellini: Alessandra Mussolini e Giorgio Stracquadanio. 

Però a non presentarsi, in serata, al voto sulla manovra sono stati 130 deputati di cui 70 del Pdl, 6 del Pd, 10 di Fli, 8 della Lega.
Gli astenuti sono stati 22 di cui 12 del Pdl (Bergamini, Biancofiore, Biasotti, Bocciardo, Castellani, Del Tenno, Marini, Martino, Moles, Sbai, Speciale) e 9 di Popolo e Territorio. 
Il decreto salva-Italia, alla fine, è passato per 402 voti a favore e il premier si è detto «soddisfatto», anche se rispetto alla mattina (495 sì alla fiducia) le cifre sono scese parecchio. 
I pidiellini hanno dato un segnale inequivocabile.
Tra gli assenti alla seduta serale molti ex del precedente governo, tra cui Bernini, Brambilla, Cosentino, Cossiga, Crosetto, Frattini, Gelmini, La Russa, Mantovano, Ravetto, Romani, Rotondi, Scajola, Stanca, Tremonti.

Al voto della mattina, sulla fiducia, i «no» sono stati solo due, però a loro si devono aggiungere 26 assenti e quattro astenuti (Moles, Bergamini, Castiello e Giulio Marini). 

Totale: 32 voti in meno per Monti e la sua squadra, segno che dalla prima fiducia ad oggi l’aria è cambiata. 

Tra gli onorevoli assenti per entrambe le votazioni Michela Vittoria Brambilla, Paolo Romani e Giulio Tremonti (convalescente per i postumi di un infortunio), Filippo Ascierto, Vincenzo Barba, Viviana Beccalossi, Isabella Bertolini, Maurizio Bianconi, Guido Crosetto, Marcello De Angelis, Rocco Girlanda, Antonello Iannarilli, Pietro Lunardi, Gianni Mancuso, Barbara Mannucci, Antonio Martino, Fiamma Nirenstein, Adriano Paroli, Mauro Pili, Maria Rosaria Rossi, Roberto Rosso, Stefano Saglia. Assente giustificato Alfonso Papa, ai domiciliari a Napoli ormai da troppo tempo. 
Altri tre del partito in missione: (Cirielli, Colucci, Migliori).
Erano in Aula, ma volutamente senza  partecipare alla votazione i quattro ex azzurri Bergamini, Castiello, Marini e Moles. 
«Non riconosco legittimità a questo governo né alla sua manovra lacrime e tasse», ha spiegato Moles, fedelissimo di Martino. 
«Gli ho votato la fiducia iniziale solo perché richiesto dal mio partito».

Insomma, la prima fiducia è stata bulgara e il Pdl ha votato compatto per spirito di servizio, poi però basta. Pare che il segretario politico Alfano non abbia gradito il segnale dei malpancisti al voto di fiducia. 

Amedeo Laboccetta fiuta il pericolo: «Non si tratta di un semplice mal di pancia, ma di un virus pericoloso che potrebbe sfociare in un’epidemia contagiosa.  Alfano trovi subito una terapia. Anche per me questa manovra resta indigesta», ha aggiunto, «ma la disciplina di partito impone delle regole per tutti». 
E sull’esito serale della manovra il fronte dei contrari della maggioranza è salito a 70.

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