venerdì 9 dicembre 2011

A Bruxelles l’Unione europea si spacca


                  Ilaria Molinari

Sembra proprio che Mario Monti sia uscito dagli uffici del meeting di Bruxelles insieme ai capi di stato e di governo dei 27 Stati aderenti all’Unione europea alle 5 del mattino. La serata (e la nottata) è stata estenuante. 
E ha portato, per ora, a nulla di buono. 
La Ue si è spaccata. Sulla riforma la Gran Bretagna si è posizionata sul fronte opposto a quello di Germania e Francia.
Sull’unione fiscale vola a tenere sotto controllo i singoli bilanci nazionali, la riforma del fondo salva-stati (già in parte approvata e che vede il fondo Esm permanente affiancarsi all’Efsf, quello provvisorio) e i prestiti per 200 miliardi di euro da girare al Fondo monetario internazionale, insomma, si procederà a gruppo ridotto.

Per ora oltre i 17 stati che già aderiscono all’euro, hanno pronunciato il loro “ni” altre sei potenze che per dare un appoggio definitivo devono tuttavia chiedere in patria. 

Sono Bulgaria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Danimarca. 
Anche Svezia e Repubblica Ceca, tuttavia, vengono date per possibili alleate a Germania e Francia.

Secca la posizione di David Cameron, il premier inglese, che ha dichiarato di non voler assolutamente cedere neanche una briciola della sovranità nazionale alla Ue. 

“Noi vogliamo i nostri tassi di interesse, la nostra politica monetaria e siamo contenti di essere fuori dall’Euro”. 
Punto e a capo.

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