sabato 24 dicembre 2011

Ballata malandrina di Natale



 - di Marcello Veneziani - 

Ruba il medico al neonato e già nasce col reato, di provette è spacciatore per il caro genitore.
Ruba forte il calciatore e ti trucca la partita per godersi poi la vita.
Ruba esami il professore, fa la cresta all’attestato e lo piazza al candidato. Ruba tanto il dirigente e si pappa la tangente.
Ruba grosso l’evasore e al fisco manco l’odore.
Ruba il vigile al Comune e il multato rende immune, scambia multe con mazzette o le commuta in tre fette.
Ruba a norma il finanziere come ruba il salumiere, ruba pure l’impiegato e perfino il magistrato.
Ruba in piccolo il tassista, ruba in scala il grossista, ruba a iosa il commerciante, ruba al volo l’ambulante. 

Ruba lesto l’artigiano ruba l’Ici il cappellano, ruba infine il beccamorto col cadavere d’asporto. 
Per il loculo ci prende e coi soldi poi ci stende.
Ruban tutti in questa terra e perfino sottoterra. 

Dalla culla al cimitero, non c’è scampo per davvero.
Dalla nascita alla morte hanno tutti pari sorte.
 

E poi dicono la Casta, ma son della stessa pasta. 
Con i tecnici è immutato, la rapina è anche di Stato. 
Ora che vige il capestro, l'Italia è sotto sequestro. 
Pignorata è ogni sua branca da Equitalia ed Eurobanca. 
E per non lasciarci soli già ci attorniano i mariuoli.
Anche le vacanze sante se le ruba il lestofante. 

Ecco l'albero natalizio, ogni ramo spunta un vizio.
È il presepe di Natale di un'Italia fatta male, dove l'asino ruba al bue ed il fisco ad ambedue.

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