sabato 10 dicembre 2011

"Questa stretta sull'unione fiscale non salverà l'Europa. Bisogna rifare l'euro"

Come portare l'Italia fuori dalla crisi

Intervista ad Antonio Martino di Edoardo Ferrazzani 
"La grassona tedesca e l'ungherese in Francia"

"Quel che esce dal Consiglio europeo appena conclusosi a Bruxelles è semplicemente devastante". Non usa mezze parole l'on. Antonio Martino a commento delle scelte adottate a Bruxelles e imposte dalla coppia franco-tedesca. "La scelta inglese di non aderire all'unione fiscale è assolutamente sensata".
E sul futuro dell'euro taglia corto il liberale del Pdl: "Lei l'ha mai vista una moneta senza Stato? Io mai".
Parliamo di quel che è uscito dal Consiglio europeo di ieri. L'unione fiscale europea le sembra una buona idea?
L'idea di uniformare la fiscalità europea è un'idea devastante e il "gran rifiuto" del premier inglese, David Cameron, è assolutamente giustificato. Quanto all'Italia è prevalsa la linea di Mario Monti il quale crede che per risolvere i problemi dell'Europa basti creare un'unione fiscale. Senza uno Stato unificare le politiche fiscali è semplicemente demenziale. Delle politiche fiscali che non rispondano a uno Stato io non riesco a concepirle. E poi, quando si parla di unioni fiscali si parla di saldo di bilancio oppure qualcuno pensa di poter armonizzare anche il prelievo? Sarebbe rovinoso tassare una regione come il Molise e la Bavaria allo stesso modo. Sarebbe un pò come fare indossare un vestito della stessa taglia a Renato Brunetta, Giuliano Ferrara e Piero Fassino.

Qualche settimana fa lei ha firmato un editoriale su "Il Tempo" nel quale sosteneva che per salvare l'Europa fosse necessario distruggere questo euro. Ci vuole spiegare meglio che cosa intendeva?
Intendevo dire che per salvare la città non la si può bruciare. E dunque per salvare quest'euro non si può distruggere l'Europa. Quando scrissi quell'articolo mi rispose Macaluso dalle colonne de "Il Riformista" il quale mi ha accusato di voler tornare indietro. Ma io non sono aprioristicamente contrario all'Europa, sono contrario a questo euro. Se qualcosa è stato mal costruito, bisogna smontarlo e ricostruirlo. Certo non sotto l'urto dei mercati e con una procedura meno penosa, ma bisogna disfare.

Perchè l'Euro non funziona?
Principalmente per due ragioni. La prima ha a che fare con la sua introduzione. La moneta che maneggiamo è afflitta dalla leggenda medievale a cui credevano i sovrani del tempo: il 'valor impositus'. I re dell'epoca credevano che potessero essere loro a stabilire il potere d'acquisto di una moneta, quando è ormai arcinoto che il valore di una moneta è data dalla somma di miliardi di scelte compiute nel corso del tempo da milioni di persone e non da un atto regio o governativo. Ora quando si è decisio che l'euro valesse 1936,27 lire si è commesso un colossale errore. Senza contare che all'epoca dell'introduzione dell'euro c'era un solo paese realmente in linea con i parametri d'entrata - visti i trucchi di tutti gli altri Stati, Germania compresa - e lo sa qual'è: il Lussemburgo. Avevano ragione i britannici quando misero sul tavolo l'Hard Ecu Proposal, ovvero una passaggio graduale della moneta Ecu negli anni.
Invece questi che cosa hanno fatto: da un giorno all'altro hanno dato in mano della gente una moneta nuova che ha generato un innalzamento vertiginoso dei prezzi. Un tempo con 2.000.000 di lire si viveva. Oggi con 1000 euro si fa la fame.

Se la sentirebbe di proporre un ritorno alla lira?
Quando mia figlia si laureò con il massimo dei voti alla "Sapienza" di Roma, scrisse una tesi entusiasta sull'euro. Ne sintetizzai i contenuti e mandai un'email al mio maestro, Milton Friedman, il quale si congratulò con me per la tesi di mia figlia. Fu un'occasione per parlare dell'introduzione dell'euro. Friedman è sempre stato molto scettico sulle reali possibilità di successo della moneta unica europea e mi esortava a richiedere che la Banca d'Italia non gettasse via le matrici della lira, perchè secondo lui prima o poi ne avremmo avuto di nuovo bisogno. E poi era molto sorpreso della velocità con cui era avvenuta, con l'approssimarsi dell'entrata in vigore dell'euro, la convergenza dei bilanci europei. Da americano non immaginava che gli europei li stessero semplicemente falsificando.

La seconda ragione?
La seconda ragione per cui questo euro non va riguarda il ruolo della Banca centrale europea e in particolare il suo statuto. Si dice che la Bce è "indipendente" ovvero non risponde a uno Stato. Ma non c'è uno Stato europeo. Allora è indipendente da cosa? Da uno Stato che non c'è? Si fa obbligo alla Bce di non monetizzare e dunque di non correre in soccorso di quegli Stati spendaccioni che spendono più di quello che hanno. E questo non è sbagliato. E' indipendente per mantenere la stabilità dei prezzi. Ma se sbaglia a chi rende conto, a Dio? Non è accountable, responsabile di ciò che fa.

Insomma è un problema di responsabilità?
Hanno introdotto la costituzione fiscale sbagliata, visto che non accettano l'insolvenza come accade negli Stati Uniti dove contee e Stati falliscono e se ne assumono le conseguenze. Hanno adottato l'autorità monetaria sbagliata. E poi hanno introdotto una moneta, l'euro, in modo del tutto velletario. Adesso si illudono che facendo un'unione fiscale ancora più stretta faranno uno Stato. Sono balle. Ciò che caratterizza uno Stato è la politica estera e la politica di difesa. Il giorno che ci saranno degli Stati europei disponibili a cedere la sovranità di queste due politiche, allora si potranno fare gli Stati Uniti d'Europa. Si può avere uno Stato senza assistenzialismo, senza scuole pubbliche, ma non se n'è mai visto uno senza una difesa e una politica estera.

Andiamo alla manovra di Mario Monti. Tante tasse e pochi tagli alla spesa. Che ne pensa?
Si dica subito che in Italia la percentuale di spesa pubblica sulla quale il governo ha potere di incidere a legislazione invariata è minima. Lo Stato italiano spende il 51% del Pil ogni anno e la maggiorparte di esse va in voci di spesa che sfuggono al suo controllo: troppi enti locali, servizi sanitari indecenti e corrotti, mandiamo in pensione gente in età lavorativa che prende la pensione e che poi lavora in nero, con doppia beffa per l'erario. Nel 1915 lo Stato spendeva all'incirca il 10% del Pil. Nel 1950% lo Stato spendeva il 30% del Pil, e non c'erano code di povertà. Oggi spendiamo troppo ed è ormai pacifico che quando si spende sopra il 40% del Pil, non si riesce a fare più crescita. La Svizzera riesce a fare crescita e a garantire un reddito pro-capite tra i più alti d'Europa per questa ragione: perchè tiene bassa la sua spesa pubblica.

Lei ha prentato una proposta di legge costituzionale per l'introduzione dell'obbligo di pareggio di bilancio. Se non erro quel testo fissa al 45% la soglia massima di spesa. Non è così?
Guardi quel 45% me lo hanno estorto. Io avrei voluto una percentuale molto più bassa.

Per chiudere le faccio una domanda più eminentemente politica: ma per contrastare l'asse franco-tedesco non si potrebbe creare un asse alternativo del Sud Europa?
All'Italia gli assi non hanno mai portato bene. Io poi sono nato in una terra che è più vicino alla Tunisia che a Roma. Per me Napoli è una terra di brume. Comunque io non ho alcuna intenzione di essere governato da una grassona tedesca e da un ungherese trapiantato in Francia. Lo dicevo a Carlo di Borbone qualche tempo fa: "Se cade l'euro, potrebbe cadere anche l'Italia. Allora a Napoli tornerai al potere tu e io farò il vicerè in Sicilia". A quel punto farò una legge sul segreto bancario da far invidia a quella della Svizzera.

E con la mafia come la metterebbe?
Certamente ne farei un ordine cavalleresco... (ride).

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