domenica 21 agosto 2011

Napolitano: «Ci attendono sfide e prove ardue e di esito incerto» «Parlare il linguaggio della verità: la crisi non si batte minimizzandola»



ALL'APERTURA DEL MEETING DI COMUNIONE E LIBERAZIONE A RIMINI




Lo ha detto Giorgio Napolitano nel suo intervento all'apertura del Meeting di Comunione e liberazione (Cl) a Rimini, riferendosi alla crisi. «In Italia in questi tre anni abbiamo parlato il linguaggio della verità?
Lo abbiamo fatto tutti noi che abbiamo responsabilità nelle istituzioni, nella società, nelle famiglie, nei rapporti con le giovani generazioni?
Dare fiducia non significa alimentare illusioni; non si dà fiducia e non si suscitano le reazioni necessarie, minimizzando o sdrammatizzando i nodi critici della realtà, ma guardandovi in faccia con intelligenza e con coraggio».
SFIDE - «Le sfide e le prove che abbiamo davanti sono più che mai ardue, profonde e di esito incerto. Da quando l'Italia e il suo debito pubblico sono stati investiti da una dura crisi di fiducia e da pesanti scosse e rischi sui mercati finanziari, siamo immersi in un angoscioso presente, nell'ansia del giorno dopo, in un'obbligata e concitata ricerca di risposte urgenti». È l'ammonimento del capo dello Stato. «A simili condizionamenti, e al dovere di decisioni immediate, non si può naturalmente sfuggire. Ma non troveremo vie d'uscita soddisfacenti e durevoli senza rivolgere la mente al passato e lo sguardo al futuro», prosegue il presidente della Repubblica.

IMPEGNO - Per Napolitano, serve «il coraggio della speranza, della volontà e dell'impegno. Un impegno che non può venire o essere promosso solo dallo Stato, ma che sia espresso dalle persone, dalle comunità locali, dai corpi intermedi, secondo quella concezione e logica di sussidiarietà che ha fatto di una straordinaria diffusione di attività imprenditoriali e sociali e di risposte ai bisogni comuni costruite dal basso un motore decisivo per la ricostruzione e il cambiamento del Paese».

Redazione online 21 agosto 2011
 Di fronte alle difficoltà «bisogna parlare il linguaggio della verità. Perché non provoca pessimismo», ma «sollecita a reagire con coraggio e lungimiranza».

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