lunedì 22 agosto 2011

C'è limite all'impudenza?

  

   di Marco Cavallotti    



Ascoltando cronache e commenti di questi giorni sembra che il mondo alla rovescia tenda ormai inarrestabilmente a presentarsi come l'unico normale.

Esistono della storia personalità eccezionali, le quali seppero, nella loro carriera pubblica, assumere volta a volta posizioni vantaggiose per sé e per i loro amici, che avevano la virtù di apparire sopra le parti, e di far sembrare meschine e irrilevanti le controdeduzioni degli antagonisti.

Sembra che, ad esempio, Giulio Cesare abbia posseduto in sommo grado queste doti nella sua politica romana.
Era il risultato di straordinaria intelligenza e fortissima originalità di pensiero, di un orgoglio smisurato, di una situazione poco comprensibile dall'interno, in rapido e radicale cambiamento – dalla Repubblica al Principato –in un ambiente rimasto saldo per secoli nel culto delle tradizioni.

Perseguiva immancabilmente gli interessi suoi e della sua parte irridendo alle posizioni degli altri e riuscendo ad apparire il più disinteressato e di sentimenti incommensurabilmente più elevati.
Certe discussioni e certi interventi, in questi giorni, creano negli osservatori meno distratti, e con maggior memoria storica, lo stesso sconcerto e lo stesso senso di spiazzamento: solo che alle porte non si vedono certo Cesari, non si vedono giganti della politica; non si vedono altro che piccole furbizie e grandi incapacità di fronte ad una situazione resa difficilissima più dai veti incrociati e dalle idiosincrasie storiche per questo o quel provvedimento da assumere, che da una condizione davvero tanto più grave del resto dei Paesi europei.

Si vedono solo maldestre difese e attacchi interessati. Si sentono strane accuse di mistificazione e di occultamento della verità rivolte ad una maggioranza che in fondo ha solo la colpa, in questo caso, di aver cercato di arginare il disfattismo e gli attacchi irresponsabili degli altri, condotti per anni in grande stile e con molti mezzi in Italia e di fronte al mondo. Qualcuno è così riuscito a convincere i più di sapersi collocare in mezzo, imparzialmente e paternamente capace di valutare e decidere come distribuire meriti e colpe.

Pochi, però, rilevano che quel piazzarsi "in mezzo" è in realtà un piazzarsi pesantemente da una parte: del resto a fare il lavoro sporco sono altri, una coorte di "intellettuali organici" annidati e inamovibili in tutti i gangli mediatici italiani.

Così, mentre l'eco di certi "equilibratissimi" discorsi – spruzzati di lustrini di saggezza per i giovani – ancora risuona sulle pagine delle gazzette padronali, ci pensano i rincalzi a fare il lavoro sporco e a stabilire quale sia il "giusto mezzo", a creare clima e temperie culturale "giusti": dalle reti Rai – Rainews oggi ha da poco terminato un servizio tutto contro una importante impresa italiana entrata con successo in Montenegro, A2A, quasi quel canale fosse la longa manus di Belgrado… –, ai mille commentatori ossequienti, alla gente comune che ama essere equanime ed equilibrata come in uno show televisivo, dove quel che conta è apparire

1 commento:

  1. Certo che RAI -New è una emittente probabilmente in mano a dei pericolosi terroristi. Tutta altra cosa è invece l'obiettività della rete diretta da Minzoscol....

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