domenica 21 agosto 2011

I furti della vergogna: spariti semafori, fontane, tombini e cartelli stradali




di Paolo Barbuto

 C’è un cartello bianco, beffardo, a due metri d’altezza sul muro perimetrale di Castel dell’Ovo: «zona sottoposta a controllo con telecamere».
Quella scritta dovrebbe mettere paura a teppisti e delinquenti i quali, invece, se la ridono di gusto e fanno ciò che gli pare.  

Fino all’altro giorno sotto quel cartello c’era la fontanella pubblica del Borgo, maltrattata e un po’ ammaccata era stata sistemata negli anni ’50, e rappresentava un pezzo di storia di quella porzione di città.

Ne scriviamo al passato perché oggi quella fontanella non c’è più; qualcuno l’ha letteralmente estirpata durante la notte e se l’è portata via: «Si tratta di un furto - spiegano laconici dagli uffici dell’Arin - tutto qui».

È invece non è un banale furto.
Si tratta di un nuovo capitolo da aggiungere al libro della vergogna di questa città incapace di difendersi e di tutelarsi, inerme anche quando le portano via una fontana pubblica.
La sparizione è stata notata da una pattuglia della polizia municipale in servizio nella zona. Si tratta degli agenti che, da settimane, si occupano del presidio del Borgo ed evitano l’aggressione delle automobili.

Dopo essere passato davanti al luogo dove c’era la fontana, uno dei vigili s’è fermato ed è tornato indietro.
Poi ha chiamato la collega: «Ma ieri qui non c’era qualcosa?», lecito dubitare.
Anche il vigile avrà pensato di essersi sbagliato «magari era in un altro posto».

Nessuno pensa che può esserci stato il furto di una fontana.
Così i due hanno chiesto in giro e hanno avuto conferma: il posto era quello, solo che non c’era più la fontanella antica.
Sperando di non dover raccontare il singolare furto, gli agenti dell’unità operativa Chiaia, retta dal tenente Antonio Borrelli, si sono rivolti al Comune e all’Arin: «Sapete qualcosa? L’avete presa voi?».

Il Comune non ha risposto, l’Arin si è precipitata sul luogo e ha dato conferma: «È stata rubata, non c’è dubbio».
Informato della vicenda, il presidente Barracco ha disposto l’immediata sostituzione della fontanella rubata: «Anche se non si tratta di una di quelle che rientrano nella gestione della nostra struttura - spiegano dagli uffici dell’Arin - è stato deciso di intervenire subito, come accade di frequente, per rimediare al problema».

Non è raro che le fontane pubbliche vengano portate via.
Accade anche in altre città e, secondo l’azienda risorse idriche anche a Napoli in passato è successo.
Si tratta di furti su commissione: gli oggetti vengono portati via da strade e piazze, affidati a restauratori che li rimettono a nuovo e poi vengono utilizzati per abbellire i giardini delle ville private.
Molto spesso i proprietari delle ville non sanno nemmeno che si tratta di oggetti rubati, perché vengono spacciati per pezzi di antiquariato e venduti a cifre con molti zeri.

Nonostante le certezze dell’Arin, i vigili aspettano ancora una risposta dagli uffici competenti del Comune.
Anche negli uffici della Soprintendenza che avrebbe dovuto autorizzare la rimozione della struttura (contattati in via informale), nessuno è a conoscenza di una rimozione «ufficiale» della fontanella. Il furto del Borgo Marinari rappresenta solo la punta dell’iceberg dei trafugamenti «speciali» che d’estate si moltiplicano.
Le forze dell’ordine ricordano che in questo periodo esplode il fenomeno dei furti di vasi e fioriere dai balconi dei piani bassi dei palazzi dei quartieri bene: al rientro dalle vacanze le denunce per questo tipo di furto sono tantissime. In questo periodo sono molti anche i furti di segnali stradali, spesso realizzati da ragazzacci che cercano il brivido, talvolta portati via per essere utilizzati come pezzi d’arredamento per discoteche e locali alternativi.

Quest’anno, però, c’è stato anche un doppio furto che rappresenta una vera novità: hanno portato via i semafori mobili da un cantiere stradale.
«La ditta che stava eseguendo i lavori ci ha segnalato l’episodio qualche giorno prima di Ferragosto - spiega il tenente dei vigili Alfredo Marraffino - Così abbiamo saputo quel che stava accadendo». Per un paio di giorni a governare il senso unico alternato del cantiere ai Ponti Rossi ci sono state auto della municipale.
Poi la ditta che sta eseguendo i lavori si è procurata due nuovi semafori mobili «ma il giorno dopo ci hanno segnalato una nuova sparizione di quegli oggetti. È una cosa assurda», chiosa il tenente Marraffino.
E il problema è anche irrisolvibile: per «proteggere» i semafori sarebbe necessaria la presenza costante di auto di servizio davanti al cantiere; ma se i vigili rimangono fermi lì non c’è bisogno dei semafori per regolare il traffico.





















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