giovedì 11 agosto 2011

DA DIAVOLA ROSSONERA DICO: FORZA ANDREA!!! SIAMO TUTTI JUVENTINI



 JUVE IN TRINCEA
Agnelli porta l’Inter in aula:
«Rivoglio i miei scudetti»
Il patron presenta ricorso contro la mancata revoca del
titolo 2006: «Pronti a tutto». Moratti: «Vada in ferie...»

DI  ALESSANDRO DELL’ORTO


 «Lo scudetto del 2006 lo abbiamo vinto sul campo con 91 punti, ma è stato recapitato ad altri sulla scrivania. L’hanno chiamato lo scudetto degli onesti, invece è solo lo scudetto dei prescritti».


Roaaar, il ruggito dell’Agnellino rimbomba nella sala all’ultimo piano dell’Hotel Baglioni di Roma, quella a vetri che domina dall’alto i tetti della città.
Lo sguardo di Andrea – il presidente della Juventus - è fermo, anche se la voce ogni tanto traballa. Emozione, non incertezza.
Un segnale così forte della dirigenza bianconera non si era mai visto nel dopo Calciopoli e questo attacco frontale del club che reclama il titolo di cinque stagioni fa (assegnato all’Inter dall’allora commissario straordinario Guido Rossi) e che - a tre settimane dalla “decisione di non decidere” della Figc riguardo la revoca (Agnelli:
«La cosa incredibile è che si è di- chiarata incompetente la stessa istituzione che ha lapidato la Ju- ventus nel 2006. Lo stesso sistema che oggi è diventato anche garantista») - mette in chiaro le prossime mosse alzando la voce, fa quasi un certo effetto.
Grinta.
Tackle.
Carattere.
Orgoglio juventino di un tempo lontano.

Andrea Agnelli, con a fianco l’avvocato Luigi Chiappero, il coordinatore legale bianconero Michele Briamonte e Pasquale Landi, professore di diritto amministrativo all’Università di Roma, annuncia battaglia e lo fa qui, a Roma, «perché la Juve è abituata a giocare sul campo le partite, e questa sgioca proprio nella Capitale. I fatti emersi dal processo di Napoli, esplicati dal procuratore Palazzi, esprimono un’inaccettabile disparità di trattamento. Da parte nostra siamo estremamente favorevoli ad un tavolo e ad un dialogo che permetta di procedere. Non temiamo il confronto, sia- mo stati giudicati e condannati per alcuni fatti dalla giustizia sportiva. Non saremmo però favorevoli a sederci per dialogare se questo dovesse servire per lavare coscienze sporche e a insabbiare».
Il dirigente annuncia battaglia (velenosa e secca la replica di Moratti: «Spero soltanto che Agnelli prima o poi vada in vacanza così si rilassa») e si fermerà solo quando «I titoli ’05 e ’06, che sono nostri, torneranno nella nostra bacheca».

Già, ma quali sono le mosse pensate?
«Il nostro percorso di giustizia - spiega Michele Briamonte, legale della Juventus - prevede un ricorso al Tnas (Tribunale Nazionale Arbitrale per lo Sport) per esaurire il percorso dei ricorsi interni. Radicheremo un esposto al procuratore regionale del Lazio della Corte dei Conti.
Abbiamo immaginato un esposto alla prefettura del ministro dell’Interno e abbiamo poi una grande aspettativa per ciò che riguarda l’Uefa, siamo ansiosi di sapere se i comportamenti tenuti tra l’ottobre 2006 (quando si sono chiusi i procedimenti relativi alla retrocessione della Juventus) e il 18 luglio 2011, che secondo i nostri studi non hanno mai avuto precedenti, sono conformi ai principi della Uefa stessa. Se non raggiungessimo gli obiettivi, investiremmo la giustizia togata: il Tar, il Consiglio di Stato e le procure competenti».

Scudetti, ma non solo.
La Juventus chiede anche un risarcimento danni e lo farà chiamando in causa la Figc nel suo complesso o anche singoli consiglieri. «In base all’esito delle decisioni avremo la quantificazione del danno, patrimoniale o morale e d’immagine- aggiunge Briamonte - Questo dipenderà se la negligenza ci sia stata nel 2006, quando lo scudetto è stato revocato, o nel 2011 con la “non decisione” del 18 luglio».

Ritratto del “giovin signore”
Lo stile dell’Avvocato, il cuore dei tifosi: Andrea ha le idee chiare

DI  IVAN ZAZZARONI

  Madre “ultrà” juventina, Allegra CAracciolo, e zia interistissima, Violante, l’indimenticabile moglie dell’ex vicepresidente nerazzurro Giammaria Visconti di Modrone scomparsa pochi anni fa, Andrea è l’ultimo degli Agnelli di calcio.
Già diciassette anni or sono quando cominciò la stagione umbertina del club - e suo padre si affidò a Antonio Giraudo e Luciano Moggi - veniva indicato, non ancora ventenne, come l’unico della Sacra Famiglia realmente appassionato e presente, mamma a parte naturalmente - proprio Giraudo può essere considerato una sorta di zio acquisito all’ombra del quale ha anche maturato esperienze londinesi (settore immobiliare e marketing).

Il curriculum di Andrea, che ne compie 36 il 6 dicembre, è sposato e padre di Baia, non ce l’ha nemmeno Obama: studi tra il St. Clare’s International College di Oxford e la Bocconi, e passaggi formativo-lavorativi in Piaggio, Auchan, Ferrari, Philip Morris International (dalla Svizzera non sarebbe mai rientrato: fu il padre a richiamarlo alla base), Fiat e holding finanziarie quali Ifil, Ifi (poi Exor) e Lamse SpA.
Discreto golfista, e per questo amministratore delegato dei Roveri a Torino e consigliere della federgolf, Andrea è diventato presidente della Juventus poco più di un anno fa, il 19 maggio 2010, e
ha subito cambiato registro, toni e uomini, rinnegando palesemente il passato più recente: per dirne una, Jean Claude Blanc aveva bloccato Rafa Benitez e lui, Andrea, ha fatto saltare l’accordo pagando la penale per portare a Torino Gigi Delneri - non fu Marotta il responsabile.
Andrea rappresenta in pratica l’ideale linea di continuità con la Juve pre-scandalo: non a caso tra esposti, conferenze stampa e battute al vetriolo nei confronti degli “onesti” (la conoscenza con Moratti è di vecchia data) ha cominciato a parlare alla pancia della tifoseria per tentare di restituire la dignità perduta a quella lunga e fortunata, almeno sul campo, stagione bianconera ottenendo consensi illimitati.

Chi lo conosce bene lo descrive come un uomo serio, molto riflessivo e intelligente (del padre ha preso soprattutto la riservatezza) e quasi si sorprende nel ritrovarlo “troppo spesso” in prima linea in quella che viene ormai considerata una battaglia personale.
È ancora condizionato dall’amicizia con Giraudo il suggeritore occulto, sostengono i più maliziosi: probabilmente qualcosa di vero all’inizio c’è stato, ma l’ostinazione con cui Andrea, assistito in particolare dall’avvocato Briamonte - considerato il “nemico numero 1” dell’Assocalciatori nella querelle relativa al rinnovo del contratto collettivo - persegue l’obiettivo della revoca dello scudetto 2006 induce a pensare che stia operando in totale autonomia.

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