lunedì 22 agosto 2011

Appello agli adoratori del dio mercato: non rinnegate la vostra umanità!

 
 
 
Carissimi Protagonisti e Amici di Io amo l’Italia (Ali), ogni qual volta sento o leggo “il mercato ci ha bocciato”, “la manovra finanziaria non ha convinto il mercato”, “il mercato ci impone maggiore rigore”, mi domando: chi è il mercato?  

 
Chi si cela dietro questo soggetto egemone dei nostri tempi capace di determinare la vita o la morte di una nazione?
E’ solo un terreno neutro dove si confrontano domanda ed offerta oppure è una cupola di stampo affaristico che decide le sorti dell’umanità?
 
Voglio rivolgere un appello ai cultori dell’ideologia del mercato onnipotente e agli adoratori del dio mercato: non vi passa mai per la mente che rischiate di tradire l’essenza della vostra umanità spersonalizzandovi al punto da anteporre sempre e comunque gli interessi materiali? Senza rievocare la retorica berlusconiana del cuore che gronda sangue, ma possibile che siate del tutto indifferenti alle conseguenze talvolta tragiche sulla vita della gente a causa delle misure imposte dal dio mercato?
 
Se io fossi un imprenditore che lavora, produce, genera benessere e contribuisce al conseguimento del bene comune, che c’entrerei io con il mercato, perché dovrei preoccuparmi del fatto che le borse perdono il 10 per il cento, che si sono bruciati 40 miliardi di euro?
Quello che intendo dire è che c’è una profonda frattura tra la realtà vera di chi lavora e produce, e la realtà virtuale di chi specula in borsa per moltiplicare il denaro senza lavorare e produrre.
 
Si stima che oggi nel mondo la massa di denaro circolante, compreso il valore dei titoli borsistici, è quattro volte tanto il valore del Pil (Prodotto Interno Lordo) di tutti gli stati del mondo, ovvero della ricchezza realmente prodotta. C’è un baratro tra l’economia reale e la realtà della finanza che risulta essere strutturalmente drogata e speculativa.
 
Il dio denaro viene talvolta presentato come “poteri forti”, tal altra come “poteri occulti”.
Quando si verifica il tracollo di una banca o viene arrestato un capitano della finanza corsaro e delinquente, spuntano dei nomi di chi pochissimi avevano mai sentito parlare prima. Sono solo degli anonimi ricconi, furboni e ladroni i protagonisti degli adoratori del dio mercato?
 
 Come mai non appena crollano in borsa i titoli delle grandi banche tutti si mobilitano a favore del loro salvataggio, all’improvviso governo ed opposizione si ricompattano con la benedizione del nostro capo dello Stato celeberrimo capital-comunista? Il dio mercato piace alla destra e alla sinistra così come il denaro non ha odore (pecunia non olet).
 
Ebbene io mi schiero al fianco della centralità della persona e non del denaro; sostengo il libero imprenditore che lavora e produce e non lo speculatore borsistico che ci vorrebbe far credere che il denaro genera denaro; credo in un modello di sviluppo fondato sull’economia reale e non sul mercato speculativo. L’avrete capito: io non adoro il dio mercato e m’impegno a denunciare questa falsa religione che si fonda sul culto dell’avere e dell’apparire.
L’unico dio che adoro è che quello che ha amato a tal punto la persona da diventare lui stesso uomo donando la sua vita per redimerci e assicurarci con la sua resurrezione sulla certezza della vita eterna.

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