lunedì 7 novembre 2011

"Se non troveremo la soluzione per i malpancisti, si va a votare"

Tra i tradimenti e le urne
 
Intervista a Gaetano Quagliariello di Francesco Ghidetti
 

La fuga dal Pdl è cominciata. Presidente Quagliariello, ma una selezione migliore della classe dirigente no?
Al di là delle parole che semplificano troppo, e ‘fuga’ è una di queste, partirei da un dato. E cioè che si sono iscritti al Pdl un milione e duecentomila persone. Non certo per fare carriera, direi. Non mi pare che il momento sia il più adatto per prendere la tessera”, riflette il vicepresidente dei senatori Pdl.

Fosse stato il 2008…
Ecco, l’avrei capito di più. Ma non voglio eludere la sua domanda. E’ vero, le difficoltà ci sono. Nei momenti di crisi è fisiologico che alcuni siano portati a ‘dubitare’. Ancora: nessun dubbio che fin dall’inizio il Pdl scontasse un problema di selezione della classe dirigente. Che specie a livello parlamentare non si è sedimentato a dovere.

C’è chi dice che il Pdl è inadeguato.
Stiamo pagando il passaggio da una forma-partito ‘monarchico’ e ‘anarchico’ per usare un’espressione berlusconiana, a un modello che coniuga la parte carismatica con un forte radicamento nel territorio. Il che spiega il bel risultato nelle iscrizioni.

Ma i partiti non potrebbero andare più d’accordo, nel supremo interesse del paese?
L’ho sempre auspicato. Credo che il senso delle parole del presidente Napolitano non sia un invito a formare un governo di larghe intese bensì un appello a mettersi tutti in gioco.

Insistiamo: il Pdl al capolinea?
Al di là degli slogan, so per certo che dobbiamo garantire due cose. Confermare la nostra ragione sociale e cioè essere il partito dei moderati. E impedire che si chiuda il mare sopra questi diciassette anni nei quali siamo stati protagonisti, nei quali abbiamo rivoluzionato il modo di far politica. Perché in tal caso, il Pdl perderebbe la sua ragion d’essere.

Ma davvero quella che si apre sarà una settimana cruciale? Lo sentiamo dire da mesi…
Rendiconto e proposte che verranno avanzate nel maxiemendamento, diranno se è cruciale. L’importante è che prevalga la proposta.

Anche perché è pieno di traditori in agguato…
No, non mi permetterei mai di dire queste cattiverie. Non è nel mio stile. E’ chiaro che se si tratta di un problema della serie ‘tengo famiglia’, vabbè, si va oltre la politica. Se invece ci sono preoccupazioni sui contenuti, il discorso è diverso. E vorrei dire ai dubbiosi che stiamo lavorando per trovare soluzioni. E poi, parliamoci chiaro, se cade questo governo si va alle urne.

Ci sono Pd e Udc…
Mi spiego, non saremo noi a pretendere le elezioni ma è la logica della politica a portarci lì. Non esiste alternativa. Il quadro generale vede i maggiori protagonisti impossibilitati a mettersi d’accordo su questioni di fondo. Basta vedere le lacerazioni nei e tra i Democratici sulla lettera della Bce…
 

Nessun commento:

Posta un commento

Inserisci qui un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.