domenica 20 novembre 2011

Discorso all'anima degli italiani

     di Marcello Veneziani

Ora che l'Italia è in manutenzione dai tecnici e la politica è discon­nessa, senza copertura di rete, è il mo­mento giusto per guardarci in faccia e allo specchio 
Per anni la politica si è rivolta alla pancia degli italiani, chi spingendosi fino al sottopancia, chi invece alla bile, i suoi travasi e odii viscerali. 

E' tempo di rivolgersi all'anima degli italiani, con disperata fiducia. 
La sintesi dei mali di cui soffrono gli italiani si condensa in una frase cornuta: si sono persi d'animo, hanno perso l'anima.

I guai degli italiani sono veri e seri, concreti e materiali, ma discendono da lì, da quel perdersi d'animo/d'anima. 

Da un verso scorati, impauriti, sfiduciati. 
E dall'altro cinici, disamorati, disanimati. Un paese di cartoni animati e di anime cartonate. L'emergenza vera, che nessun governo tecnico e nessuna politicuzza di basso profilo sa capire ancor prima di affrontare, è lo spread dell'anima che schizza nel nulla di un paese stanco.

Siamo passati dai Tremonti ai due Mari (Draghi & Monti) e temiamo che Mario sia diminutivo di marionetta, manovrata dai Poteri Estranei. 

Però è desolante la risacca della politica che si ritira lasciando carcasse alla deriva. 
La politica si liberò dalle idee per rispondere alle istanze concrete, ma poi non ha risolto i problemi pratici, anzi ci ha inguaiati e poi si è arresa ai tecnici. 
Ha tolto i sogni senza rispondere ai bisogni.

Che crepi, allora. 

Chissà che nel vuoto non risorga la Grande Politica... 
Perché non si vive di sola Ici, mettiamo anima nelle cose.

Cazzo, siamo uomini non portafogli.

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