mercoledì 9 novembre 2011

E ora rottamare cretini e inaffidabili

VERSO LE ELEZIONI
E ora rottamare cretini e inaffidabili
 
di Arturo Diaconale
 
Apparentemente la mossa di Umberto Bossi di chiedere un passo laterale a Silvio Berlusconi e lanciare l'ipotesi di un governo guidato da Angelino Alfano sembra essere diretta a compiere un ultimo tentativo per evitare il riscoso alle elezioni anticipate.
Ma si tratta di un tentativo fallito in partenza.


A bocciarlo preventivamente c'è la dichiarata indisponibilità di Pierferdinando Casini a partecipare ad un qualsiasi governo privo della presenza caratterizzante e decisiva del Partito Democratico. Il leader dell'Udc non si è limitato ad esprimeresi in favore di una sola formula politica.


Quella delle larghe intese formate dalla sinistra di Bersani e di Di Pietro, il Terzo Polo e la parte del Pdl destinata a seguire l'esempio dei finiani o della Carlucci e trasformarsi per l'occasione come una componente dell'area post-democristiana. Ha stabilito che da quando Berlusconi uscirà di scena l'unico metodo di governo possibile sarà quello del confronto e del consenso dei partiti e delle confederazioni sindacali.


Cioè quello della consociazione obbligatoria tra gli eredi della Dc e quelli del Pci, tra le Confindustria ed i sindacati unitari guidati dalla Cgil. 


Quello che rende impossibile il varo delle misure di risanamento chieste dall'Europa (dalla riforma delle pensioni all'art.18, dalle dismissioni alle liberalizzazioni, ecc.). 
Che fissa come unica misura di risanamento economica una patrimoniale destinata a ridurre il debito pubblico per consentire di ritornare a riprodurlo senza minimamente toccare lo stato burocratico-assistenziale. 

Quello, in definitiva, che prevede come unico sbocco alla crisi non le larghe intese ma solo elezioni anticipate gestite da un governo diverso da quello attuale da realizzare con l'obbiettivo di ricostruire, dopo il voto e senza il consenso diretto degli elettori, un governo Pd-Terzo Polo e qualche transfugo del Pdl segando a sinistra Vendola e Di Pietro ed a destra Bossi e gli ultimi irriducibili berlusconiani.
Chi esce in queste ore dal Pdl perché spera di evitare le elezioni anticipate è dunque un perfetto cretino. 


Perché la strada delle elezioni anticipate è comunque segnata. 
Ma non è sui cretini o sui traditori (così li ha definiti) che Berlusconi dovrebbe incentrare la polemica di questi giorni ma è proprio da una riflessione sui cretini e sui traditori che dovrebbe partire per preparare la prossima fase politica della inevitabile campagna elettorale anticipata.

Non basterà, infatti, prendere le misure economiche richieste dall'Europa e trasformarle nel programma elettorale del centro destra. 

Non sarà sufficiente denunciare le divisioni delle opposizioni su queste misure ed avvisare gli italiani che l'unica ricetta su cui sinistra e terzopolisti sono d'accordo è quella di una patrimoniale fatta apposta per scaricare sui cittadini le responsabilità delle caste politiche, sindacali, bancarie ed industriali.

Bisognerà anche rassicurare gli elettori che non ci sarà più spazio nelle liste del centro destra (Casini e Bresani, si sa, vogliono votare con l'attuale legge elettorale) per i cretini, i traditori, gli affaristi, gli imbroglioni, le mezze calzette e le smutandate. 

La partita futura, infatti, non si giocherà solo sulla serietà del programma economico e sulla sola faccia del Cavaliere.
Ma si giocherà soprattutto sulla credibilità della squadra che dovrà giocare nella futura legislatura la partita per la sopravvivenza del paese. 

Tutti sanno che al momento i sondaggi attribuiscono un ampio vantaggio delle opposizioni sul centro destra. 
Ma tutti sanno anche che questo vantaggio non dipende dalla conversione degli elettori dell'area moderata al Pd, alla sinistra o al Terzo Polo ma dipende da una delusione che spinge una parte di questo elettorato verso l'astensione.

Per ridare entusiasmo ai disillusi non basterà, come è avvenuto in passato, il volto di Berlusconi. 

Ci vorranno a fianco del Cavaliere volti nuovi, puliti, seri. 
Insomma, se a sinistra Matteo Renzi vuole rottamare i vecchi gruppi dirigenti, sul fronte opposto è arrivato il momento di rottamare i cretini, gli incapaci, gli inaffidabili.
Compito ambizioso, come direbbe il generale De Gaulle? 

Certo, ma indispensabile!

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