Il leader dell'Idv e quello di Sel non se la passano bene tra dissidi interni e l'opposizione al governo dei tecnici. Ma è un periodaccio anche per un altro anti Casta doc: Beppe Grillo, alle prese con le critiche del "popolo cinque stelle"
Roma - Mai momento fu così propizio per i partiti «anti casta» (tra molte virgolette), mai furono così incasinati al loro interno. Da Grillo, cinque stelle e mille dissidi, a l’Italia dei valori, sull’orlo del disfacimento (come gruppo) alla Camera, a Vendola che, inseguito dalle inchieste giudiziarie e annichilito dalla svolta tecno- quirinializia di Monti, è già passato da brillante promessa a solito politicante, tenuto alla larga persino dalla Cgil. Il più favorito dall’odio sociale per la classe politica, cioè Beppe Grillo, sale nei sondaggi ma non se la passa benissimo dentro il suo M5S. I grillini si scannano su internet e meet up, divisi su più linee, e qualcuno lo si mette all’angolo, com’è successo al capogruppo Cinque stelle in Regione Emilia- Romagna, Andrea Defranceschi, colpevole di aver solidarizzato con l’Unità che è finanziata dallo Stato, cosa che Grillo combatte.